Sprofondo rossazzurro: il Catania perde in casa con l'Avellino, traballa la panchina di Tabbiani

Un altro ko interno, il terzo stagionale, costerà la panchina a Tabbiani? In serata, dopo lo 0-2 beccato dall'Avellino, i dirigenti, con in testa il patron Pelligra tornato dall'Australia improvvisamente, si sono riuniti per assumere decisioni. Il pubblico è andato via inviperito contestando tutto e tutti, in primis la società. Sono stati lanciati fumogeni dalla Sud e durante il recupero, uno ha raggiunto il terreno di gioco.

L'inizio del match è stato da incubo. Al 9' i rossazzurri sono già sotto di un gol per effetto della punizione di Marconi che buca la barriera (fallo di Quaini). La reazione è intanto nella conclusione ravvicinata di Mazzotta che a tu per tu col portiere indugia più del dovuto e tira addosso all'avversario un pallone invitante. 

Il Catania pressa anche a costo di beccare le ripartenze. Può anche pareggiare per il rigore concesso per l'atterramento di Sannipoli ai danni di Bocic. Ma Chiricò si fa respingere il tiro lento ma angolato (25'). Mulè becca il palo cinque minuti dopo con il pubblico che contesta giustamente perchè la squadra di casa si perde in maniera vistosa: lascia crossare e tirare chiunque nel finale di primo tempo. Prima del riposo ecco le occasioni di Rapisarda, Ladinetti, Chiricò. Nulla da fare, la generosità a sprazzi non paga.