“Un goal per la solidarietà” è arrivato alla 14ª edizione: tutti i ricordi di Luca Napoli

Di Redazione / 03 Maggio 2019
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CATANIA – Mercoledì 8 torna l’appuntamento con “Un goal per la solidarietà – Trofeo Ecogruppo Italia” organizzato allo stadio Massimino dalla Luca Napoli Management.

Abbiamo incontrato il patron dell’evento che è giunto all’edizione numero 14. Luca Napoli potrebbe raccontare mille storie, ma ne ha già una nel cassetto, assicurata: il pienone allo stadio di Catania: «Un’emozione che si rinnova, l’emozione più grande».

– Quattordici edizioni, un continuo ricordo di personaggi, storie, aneddoti.

«L’idea è nata a Milano dopo aver partecipato a un’edizione della partita del cuore. Ero un ragazzino, non avevo idea di quanto tempo servisse per organizzare un evento. Siamo partiti subito forte».

– A proposito: quanto tempo occorre per mettere ogni cosa a punto?

«Almeno quattro mesi, e il giorno della partita, l’8 maggio, sarò collaborato da una cinquantina di persone».

– Biglietti ancora disponibili per una nobile causa?

«Ce ne saranno a disposizione di chi arriva da fuori all’ultimo istante. Si potranno acquistare dalle 8 al botteghino di piazza Spedini».

– Col ricavato della mattinata di sport e spettacolo aiutare chi sta poco bene. Onore al merito.

«Non è solo pallone, ma un aiuto nei confronti del prossimo. Non ho mai inaugurato un campetto di calcio, preferisco aiutare gli altri. Guardi in faccia chi riceve sostegno. Noi non cambiamo la loro vita, ma sono carezze che ti restano dentro. Sono un privato che fa un evento pubblico e ho deciso di aiutare chi soffre. Se sbaglio ci perdo io, ma ci metto l’anima e la faccia».

– Quali ricordi, a proposito, le sono rimasti dentro?

«Il progetto solidale che più mi ha fatto stare bene, è stato aiutare Vittorio e Francesco Ragonesi, afflitti da una grave malattia; grazie ai soldi della partita hanno sostenuto in ciclo di cure fondamentale per riprendere gran parte della loro reazione motoria».

– E sull’erba del Massimino mille ricordi.

«Quando giocò Scapagnini – allora candidato alla poltrona di sindaco di Catania – e si ruppe una gamba, finimmo su tutti i giornali d’Italia. La testimonial dell’edizione era Loredana Lecciso seguita come un’ombra da paparazzi e giornalisti».

– Come andò con Scapagnini?

“Benissimo (ride, ndr). All’indomani, mortificato per l’infortunio, andai al Cannizzaro. Mi aveva chiamato Tony Barlesi di Antenna Sicilia. Trovai lì tutti i politici. A quel punto Scapagnini mi chiamò, mi fece entrare in camera accogliendomi col sorriso. Io ero paonazzo».

– E a quel punto che cosa accadde?

«Mi abbracciò dicendomi: “ti devo ringraziare”. E io: “S’è rotto tibia e perone e mi ringrazia”. Lui: “Sì perchè grazie a te vincerò le elezioni”. Quando fu eletto sindaco, alle 2 di notte, gli fu chiesto il momento in cui aveva capito che poteva vincere le elezioni? La sua risposta fu coerente: “Quando mi sono rotto il ginocchio e il pubblico di Catania mi applaudì”. Poi chiamò Berlusconi e rise quando gli fu raccontato l’episodio».

– Quindicimila persone di media ogni anno. Si è spiegato perchè?

«Abbiamo sempre mantenuto nomi di grande effetto. Chi annunciamo arriva, non ci sono mai defezioni, tranne qualche eccezione. Arrivano tutti perchè Catania è Catania, c’è il Massimino che rappresenta un’icona per chi gioca a pallone. Si è creato un clima davvero gradevole».

– Quanti nomi quest’anno.

«La madrina è Cristina Buccino, italiana come la volevo, interverrà anche la vincitrice di Masterchef, Valeria Raciti. Ci saranno attori, cantanti, giornalisti, star del web come Ludovica Pagani, tronisti e calciatori».

– In campo anche la sua squadra, la All Stars Sicilia.

«E’ la mia creatura, tengo troppo alla squadra costruita con amici più o meno famosi. Abbiamo giocato in giro per la Sicilia e la Calabria, tutte partite a scopo benefico».

– Luca Napoli, dal ruolo di più bello d’Italia a quello di imprenditore. Quanto lavoro in silenzio…

“Non rinnego il passato, ma non sono prigioniero del personaggio, non lo sono mai stato. Chi abita a Milano e prende l’aereo per tornare a Catania per fare un’intervista ad Antenna Sicilia e poi torna a casa lo fa non per fama, ma perchè ama la propria città e rispetta i lavoro altrui”.

– C’è un sogno professionale da realizzare?

«Sì, ma non lo anticipo».

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Redazione
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