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Dal Crea innovazione e sostenibilitá in viticoltura ed enologia

Di Redazione |

ROMA (ITALPRESS) – “Stiamo lavorando per un sistema di produzione vitivinicola che sia sempre piú digitale e sostenibile, che valorizzi i vitigni autoctoni di nuova introduzione in grado di resistere all’attacco dei patogeni e di adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici. Che abbatta input energetici e chimici lungo tutta la filiera, in un’ottica di economia circolare e di salvaguardia ambientale, tutelando e rendendo sempre piú riconoscibile quella qualitá e quella tipicitá che hanno reso grandi le nostre uve e i nostri vini nel mondo”. Cosí Riccardo Velasco, direttore del Crea Viticoltura ed Enologia. Grazie alle collezioni di germoplasma con oltre 3.000 varietá e a quella di microrganismi enologici, entrambe di rilievo europeo, il Centro dispone di solide basi per la messa a punto di nuove varietá, in grado di resistere ai patogeni piú diffusi, come oidio e peronospora nonchê allo stress idrico. L’ampia rappresentativitá regionale dei vitigni tipici del nostro territorio, incrociati con materiali di recente produzione in vari paesi europei, sta producendo da alcuni anni il primo materiale autoctono resistente, la risposta italiana ai vitigni resistenti europei e americani. Anche nell’uva da tavola, si sta lavorando per nuove varietá, con ma soprattutto senza semi, totalmente made in Italy. Inoltre, sono allo studio nuovi strumenti tecnologici e informatici per una viticoltura sostenibile. Si tratta di dispositivi e sistemi integrati di alta tecnologia, come la sensoristica di precisione sia nel terreno che sulla foglia, sistemi di rilevamento aerei mediante droni e satelliti che permettono di conoscere dettagliatamente e in tempo reale i parametri fisiologici, vegetativi, sanitari e produttivi del vigneto. Gli studi di zonazione rappresentano un importante strumento scientifico per compilare “mappe di prescrizione” che consentono di intervenire, con l’applicazione delle tecniche di viticoltura di precisione, in modo diverso in funzione delle necessitá della coltura, anche all’interno di un singolo vigneto. L’impiego dei sistemi decisionali di supporto (DSS) fornisce l’opportunitá di effettuare anche da remoto, attraverso computer o smartphone, scelte ed interventi tempestivi in funzione delle mappe ottenute. Ció si traduce in ottimizzazione della gestione aziendale, minori input energetici e chimici, piú sostenibilitá, integrazione dei processi di filiera vigneto-cantina, standard piú elevati di qualitá, tipicitá e sicurezza. Sono in corso progetti per trovare valide alternative all’utilizzo del rame e per rafforzare con composti naturali la capacitá di difesa delle viti, anche dalla flavescenza dorata. Si sta testando la produzione di nuovi vini di qualitá, vinificando uve di quattro varietá di vite resistenti ad oidio e peronospora, giá iscritte al Registro nazionale delle varietá di vite e autorizzate alla coltivazione come uve da vino in alcune regioni d’Italia. La capacitá di identificare le micotossine e i pesticidi nelle uve rappresenta una problematica mondiale. Recentemente, é stata descritta e brevettata dal Crea Viticoltura ed Enologia la capacitá di batteri del genere Brevibacterium di degradare completamente l’ocratossina, una tossina tipica dei mangimi e degli alimenti, tra le piú pericolose nei prodotti a lunga conservazione, anche in quantitá 1.000 volte superiori (mg/kg) a quelle trovate nelle derrate alimentari. (ITALPRESS). ads/com 11-Dic-20 18:25

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