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Coronavirus, dal tabacco selvatico nuove prospettive di cura

Di Redazione |

ROMA (ITALPRESS) – Realizzare vaccini e biofarmaci contro il virus responsabile del Covid-19 attraverso il sequenziamento del Dna del tabacco selvatico. Un consorzio internazionale coordinato dalla Queensland University of Technology di Brisbane (Australia) e composto da 4 centri di ricerca , tra cui Enea, ha messo a disposizione della comunita’ scientifica mondiale, impegnata contro il coronavirus, il genoma decodificato della Nicotiana benthamiana, pianta originaria dell’Australia ampiamente utilizzata nella produzione di biofarmaci (ad esempio contro l’Ebola) che rappresentano una branca delle biotecnologie nota come molecular farming. Lo studio e’ stato condotto nell’ambito del Progetto Newcotiana, finanziato dal programma europeo Horizon 2020 con oltre 7 milioni di euro, che comprende in tutto 19 partner. “Oltre che per il molecular farming, la Nicotiana benthamiana viene usata nei laboratori di tutto il mondo per studi sui patogeni delle piante. Quindi, oltre che per la produzione di biofarmaci a uso umano o veterinario, questo studio apre nuove prospettive per comprendere meglio i meccanismi di patogenesi delle piante, responsabili della perdita di oltre il 30% della produzione agricola mondiale”, afferma Giovanni Giuliano, genetista e coordinatore del progetto per Enea. “Abbiamo una lunga tradizione di ricerca in questo campo ma e’ la prima volta che sequenziamo una pianta non alimentare; tutti i genomi sequenziati in precedenza dal nostro team appartenevano a piante alimentari (patata, pomodoro, caffe’ e melanzana)”, aggiunge Giuliano. Attualmente numerosi gruppi di ricerca pubblici e privati stanno lavorando per sviluppare reagenti diagnostici e vaccini per combattere questa pandemia. Ma uno dei maggiori problemi e’ la produzione in grandi quantita’ e a costi ridotti. Una possibile risposta a questo problema e’ quella di utilizzare le piante come vere e proprie biofabbriche, un settore di ricerca in cui l’Enea vanta una lunga tradizione. Le piante, infatti, possono essere coltivate in grandi quantita’ utilizzando semplici tecnologie agricole, che siano alla portata dei paesi in via di sviluppo che non dispongono di sofisticati metodi di produzione di biofarmaci, come quelli che utilizzano colture di cellule animali. Inoltre, la Nicotiana benthamiana non presenta problemi di contaminazione anche accidentale della catena alimentare, in quanto e’ una pianta non commestibile. (ITALPRESS). ads/com 08-Apr-20 19:30

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