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Landini “sbagliato non coinvolgere mondo del lavoro per cambiare Paese”

Di Redazione |

ROMA (ITALPRESS) – “Il governo sta davvero sbagliando. Non é questo il metodo: non si puó pensare di disegnare il futuro dell’Italia, grazie alle straordinarie risorse che arrivano dall’Europa, senza coinvolgere, nelle decisioni strategiche e sui risultati attesi, il mondo del lavoro. È un errore”. Cosí Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in un’intervista a la Repubblica. “Apprendo dai giornali – aggiunge – che lunedí prossimo ci sará una riunione del Consiglio dei ministri che deciderá sia la governance per la gestione degli investimenti, sia i progetti e che poi ci sará un confronto con le parti sociali. Trovo sbagliato questo metodo giá, purtroppo, utilizzato per la legge di Bilancio. Tra l’altro, non erano questi gli impegni presi dal governo con i sindacati ad ottobre”. “Non chiedo – sottolinea Landini – la concertazione sul modello del 1993: non dobbiamo entrare in Europa perchê ci siamo giá. Nê chiedo di discutere sui singoli progetti. Rivendico il diritto del mondo del lavoro di partecipare alla costruzione di un nuovo modello sociale e di sviluppo. La prospettiva che abbiamo davanti é straordinaria: mai abbiamo avuto la disponibilitá di risorse cosí ingenti per investire e cambiare il Paese. Pensi, ad esempio, agli obiettivi di politica energetica e industriale; pensi alla mobilitá, all’auto elettrica, ai processi di istruzione e di formazione permanente che tutto ció comporterá. Bene: noi su tutto questo vogliamo poter dire la nostra”. “Siamo noi che rappresentiamo il mondo del lavoro – puntualizza -. Quel che succederá riguarderá profondamente la vita di tutti noi”. “Forse ci divideremo sugli obiettivi – aggiunge -, ma sul metodo sono d’accordo con il presidente Bonomi. Non si puó continuare a informare le parti sociali a cose fatte. Guardi che in piena pandemia si é definito il protocollo sulla sicurezza che ancora ora garantisce la possibilitá di lavorare, e il ruolo delle parti sociali é stato fondamentale. Non mi é chiaro perchê ora che si deve riprogettare il Paese il governo pensi di poter fare da solo”. “Siamo in un momento di cesura – prosegue -. Per questo rivendico un ruolo diverso dei sindacati. Il 2021 deve essere l’anno in cui costruire nuovo lavoro, non l’anno dei licenziamenti. Abbiamo di fronte un’occasione unica per riformare gli ammortizzatori sociali, le politiche attive per il lavoro, il fisco, la pubblica amministrazione. Ma ci si rende conto che senza il coinvolgimento di chi lavora tutto questo sará molto difficile?”. “Sono questioni cruciali, aggiuntive, strategiche – evidenzia il leader della Cgil -. Ed é anche di questo che vogliamo discutere. Come pensiamo di utilizzare al meglio i 209 miliardi del Recovery Fund se non si fanno anche queste riforme?”. Ed in merito allo sciopero di mercoledí dei dipendenti pubblici per il rinnovo del contratto, spiega: “Non abbiamo indetto uno sciopero solo per una questione salariale, che pure esiste se si vogliono rilanciare i consumi. È un anno che chiediamo il rinnovo del contratto per ridurre la precarietá, di decidere nuove assunzioni, gestire i cambiamenti digitali e valorizzare le professionalitá nel lavoro. Scioperiamo per cambiare la pubblica amministrazione”. (ITALPRESS). vbo/r 06-Dic-20 08:23

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