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Mafia: pm Di Matteo (Csm), ‘Parole Graviano? io fui additato come visionario fanatico…’

Di Redazione |

Palermo, 7 feb. (Adnkronos) – “Non entro nel merito delle nuove dichiarazioni di Giuseppe Graviano. E’ certo, però, che anche nella sentenza definitiva di condanna del senatore Marcello Dell’Utri sono stati ricostruiti rapporti stabili e duraturi tra Berlusconi e Cosa nostra. Sembra che in questo Paese certe cose non possano nemmeno essere ricordate e che chi si ostina a farlo sia destinato, come è capitato a me ed ai miei colleghi, per queste indagini, ad essere additato come un visionario fanatico”. Lo ha detto all’Adnkronos il consigliere del Csm Antonino Di Matteo, ex p del processo trattativa Stato-mafia, parlando delle dichiarazioni rese, a sorpresa, dal boss mafioso Giuseppe Graviano, in cui sostiene di avere incontrato nel 1993 l’ex premier Silvio Berlusconi a Milano 3. Una circostanza smentita con forza dai legali di Berlusconi.

Le intercettazioni tra Graviano e il boss Umberto Adinolfi furono depositate al processo sulla trattativa Stato-mafia. Secondo i pm che rappresentavano l’accusa del dibattimento “le parole del boss di Brancaccio evocano un rapporto di natura paritaria con Berlusconi”. “In quelle intercettazioni tutti i riferimenti portano a Berlusconi, una persona che aveva deciso di entrare in politica – avevano ribadito i pm in aula – Graviano dice che Berlusconi nel 1992 voleva scendere in politica tramite Dell’Utri, e poi ancora dice ‘ci vorrebbe una bella cosa’ e ‘mi ha chiesto sta cortesia’. Nel proseguo Graviano dice che a causa del suo arresto non hanno potuto definire gli accordi”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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