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Carceri: Ingroia, ‘Di Matteo come Borsellino nell’88, dopo morte giudici non è cambiato nulla’

Di Redazione |

Palermo, 15 mag. (Adnkronos) – (di Elvira Terranova) – “Tutti chiedono perché Di Matteo non abbia denunciato prima quanto accaduto nel giugno 2018 con il ministro della Giustizia Bonafede, ma non lo aveva mai convocato nessuno e non aveva altro modo, essendo stata presentata la vicenda in modo distorto. Esattamente come accadde nel 1988 con Paolo Borsellino. Purtroppo dal sacrificio di Borsellino e Falcone non è cambiato niente…”. E’ quanto denuncia all’Adnkronos l’ex Procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, che nel frattempo ha lasciato la politica, tornando a parlare della polemica tra il consigliere del Csm Nino Di Matteo e il Guardasigilli Alfonso Bonafede sulla sua nomina al Dap, poi sfumata.

“Era l’estate del 1988 – ricorda Ingroia, che fu molto vicino al giudice ucciso nella strage di via D’Amelio – Paolo Borsellino procuratore a Marsala sa che Falcone è prigioniero del modo burocratico in cui si fa lotta alla mafia a Palermo da quando Antonino Meli è stato preferito allo stesso Falcone come capo dell’ufficio istruzione e quindi del pool antimafia. Incontra due giornalisti e denuncia il calo di tensione nella lotta alla mafia da parte dello Stato. Scoppia un putiferio. Ma è Borsellino che viene accusato per avere fatto la denuncia in una sede non istituzionale, e rischia il procedimento disciplinare, mentre Meli rimane al suo posto e tutto finisce in una bolla di sapone”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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