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Migranti: niente processo a Carola Rackete, gip ‘reato insussistente, salvò vite’/Adnkronos (3)

Di Redazione |

(Adnkronos) – “Queste decisioni hanno un significato giuridico e politico importantissimo perché ristabiliscono la gerarchia dei valori in gioco – aggiunge- prima viene la vita umana che deve essere salvata; nel processo, prima viene la libertà di chi ha adempiuto al proprio dovere, che quindi non può essere arrestato”. “Con l’archiviazione dell’inchiesta il gip di Agrigento ha riconosciuto il dovere di salvare vite umane”, ha poi aggiunto Tesoriero. “La Procura – prosegue il legale – all’esito dell’inchiesta ha svolto ulteriori indagini e ha valutato che effettivamente la causa dell’adempimento del dovere va rilevata e debba esserci”. “C’erano diverse avvisaglie – dice ancora la difesa -che arrivavano anche dalla Corte di Cassazione”.

E su Salvini dice: “Ricordo ai tempi le disposizioni dell’ex ministro Salvini e rilevo oggi, a distanza di due anni, che Carola Rackete aveva agito per salvare vite umane in adempimento di un dovere. Questo è stato sostenuto dall’inizio”. E ricorda anche “la pronuncia di un giudice contro cui si scagliarono le forze politiche, al tempo contrarie agli sbarchi, la nostra cassazione , cioè l’organo di riferimento dell’interpretazione dei diritti del nostro paese, ha affermato nella vicenda di chi è in mare intervenire per salvare vite umane”.

Soddisfatta anche Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch, che due anni fa seguì passo dopo passo, Carola Rackete, dall’arresto alla scarcerazione. “La richiesta di archiviazione per Carola Rackete è stata accolta ed è stato emesso il decreto di archiviazione, quindi possiamo considerare ufficialmente chiusa la vicenda che ha visto Carola indagata per essere entrata in un dichiarato stato di necessità nel porto di Lampedusa nel giugno del 2019”, dice Linardi all’Adnkronos. “E’ una conclusione logica e necessaria di una vicenda rispetto alla quale la Corte di Cassazione, responsabile per l’interpretazione dei diritti nel nostro paese si era già espressa sottolineando due importantissimi principi – dice Linardi – quello per cui soccorrere chiunque si trovi in pericolo in mare costituisce l’adempimento di un dovere e pertanto non può essere criminalizzato e il principio per cui la nave e che presta soccorso non può essere considerata un porto sicuro e il soccorso stesso si può considerare concluso solo nel momento in cui le persone giungono in un porto salvo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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