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Covid: Codogno un anno dopo – Comandante CC Lodi Margini, “virus ha ‘ucciso’ microcriminalità”

Di Redazione |

Milano, 19 feb. (Adnkronos) – Mentre l’Italia dormiva, ignara di tutto, la notte del 20 febbraio a Codogno c’era chi lavorava per gestire il primo caso di Covid. Massimo Margini, colonnello dei carabinieri del Comando provinciale di Lodi, in quelle ore era già in prima linea. “Appena abbiamo saputo del primo positivo al coronavirus ci siamo messi all’opera in un lavoro di squadra, in piena sintonia con le altre forze dell’ordine, coordinati dal prefetto Marcello Cardona. Abbiamo visto ‘sbarcare’ i medici del Sacco di Milano, tutti bardati nelle loro tute bianche, li abbiamo accompagnati per effettuare i primi tamponi a chi, inconsapevolmente, era entrato in contatto con il paziente 1. Quella immagine, quasi ‘lunare’, è risultata singolare ai miei occhi e ha reso nitida la gravità della situazione”, racconta all’Adnkronos.

Affiancato dal tenente colonnello Rosario Giacometti, mandato a Codogno per coordinare la fase iniziale dell’emergenza, Margini ricorda i primi protocolli adottati, a partire dalla chiusura dell’ospedale del comune di circa 15mila abitanti diventato simbolo della pandemia. “Quello è stato il primo campanello d’allarme”, svela. “La mattina del 21 febbraio, negli uffici della Prefettura, avevamo già pianificato le iniziative da intraprendere a partire da quella che sarebbe diventata la prima zona rossa in Italia con varchi presidiati”.

Un unicum possibile con il lavoro di tanti. “Nessuno era preparato a questa pandemia, giravamo senza alcun tipo di protezione nelle prime ore, ma la nostra forma mentis ci ha permesso di fronteggiare l’emergenza con sangue freddo. Le domande che ci ponevano i cittadini erano tante, ma abbiamo sempre cercato di dare risposte chiare. Il telefono delle due centrali operative di Codogno e di Lodi non ha mai smesso di squillare, al lavoro ordinario si è affiancato anche quello di dare una parola di conforto agli anziani soli”. Gli interventi ‘normali’ hanno avuto una cornice eccezionale. “Abbiamo visto le lacrime di gioia negli occhi dei bambini a cui abbiamo restituito il cane smarrito, abbiamo sentito il ‘grazie’ dei tanti a cui abbiamo consegnato a casa i soldi della pensione, siamo riusciti a mettere in sicurezza una donna vittima di violenza domestica”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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