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Covid: Codogno un anno dopo – lo psicologo, ‘è stata una guerra, serve esercito di terapeuti’ (2)

Di Redazione |

(Adnkronos) – Il Covid ha tolto la possibilità di assistere i propri cari in ospedale, “ha cancellato il rito funebre che serve a ripensare il dolore e a canalizzare l’angoscia della morte. A un certo punto le bare, per mancanza di spazio, sono state ammassate in una chiesa: è stata durissima sopportare quella quantità di sofferenza. In tanti mi chiamavano per dirmi ‘sto bene’, ma era più un rassicurare se stessi. In Lombardia abbiamo contato anche 600 morti al giorno e non lo possiamo dimenticare. Ai parenti delle vittime restano dentro domande in sospeso e vuoti difficili da riempire”, dice lo psicologo Barbaglio con la voce rotta dall’emozione.

Dodici mesi legati dal filo conduttore “della paura. Codogno ha vissuto lo choc iniziale del paziente 1, si è trasformata da periferia in centro del mondo. Qui, per primi, abbiamo provato la paura di ammalarci, che potesse star male i nostri genitori e i nostri figli. La sanità lodigiana ha subito un trauma drammatico, il timore di non potersi curare tra i malati oncologici o cronici ha fatto aumentare ulteriormente le fragilità presenti”, aggiunge.

E la normalità è ancora lontana. “Gli anziani nelle Rsa o che vivono soli in casa stanno pagando un conto salatissimo in termini psicologici e relazionali, come i ragazzi a cui viene strappata la socialità e l’istruzione tra i banchi o gli adulti che fanno i conti con l’angoscia di perdere il posto di lavoro”. Timori che vanno affrontati con l’aiuto di esperti “perché – conclude lo psicologo Giovanni Barbaglio – solo elaborando quanto accaduto si può ripartire”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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