L’Ingv: «Sciame sismico sull’Etna? Il vulcano si sta “ricaricando”»

Di Redazione / 01 Settembre 2017

Uno sciame sismico del medio versante sud-occidentale sell’Rtna che potrebbe essere correlato ad una fase di ricarica magmatica profonda.

E’ questa la valutazione dell’Ingv di Catania dello sciame sismico che ha interessato tra il 19 e il 26 agosto scorsi il versante sud-occidentale del Vulcano.

Il primo sciame, quello del 19 agosto con 70 terremoti (di cui 36 localizzati con magnitudo compresa tra 1.0 e 3.3) nell’arco di circa due ore e mezza (dalle 13:12 alle 15:38) e con ipocentri localizzati tra i 15 e i 20 km ha interessato il versante occidentale dell’Etna, nei pressi di Adrano. Il terremoto più forte, è stato di magnitudo 3.3, ed è avvenuto alle 13:38 del 19 agosto 2017 ad una profondità di 17 km.

Il secondo sciame, tra il 25 e il 26 agosto, con 23 terremoti registrati (di cui 10 localizzati con magnitudo compresa tra 1.0 e 3.3) ha interessato un’area a sud di Adrano, tra gli abitati di Ragalna e S. Maria di Licodia con ipocentri compresi entro i primi 5 km di profondità. L’evento principale di questo sciame sismico è avvenuto il 25 agosto alle ore 23:57 con magnitudo 3.3 ad una profondità pari a 2.6 km.

Il terzo sciame si è verificato il 26 agosto, nella stessa area interessata ancora ad Adrano con oltre 60 eventi (di cui 17 localizzati con magnitudo compresa tra 1.0 e 3.1) e una profondità compresa tra 15 e 20 km. Il terremoto più forte, di magnitudo 3.1, è stato localizzato alle 22:46 nei pressi di Adrano.

Secondo l’Ingv “la sismicità descritta rientra tra gli eventi vulcano-tettonici tipicamente registrati all’Etna, generati da stress tettonici regionali e/o da stress locali derivanti da migrazioni del magma all’interno della crosta. Ma contestualmente al verificarsi della sismicità non è stata registrata alcuna variazione significativa dell’attività vulcanica ai crateri sommitali. Ma studi di letteratura hanno correlato la sismicità profonda del medio versante sud-occidentale del vulcano a fasi di ricarica magmatica profonda”. L’Ingv fa riferimento soprattutto alla “riattivazione di strutture orientate NNW-SSE e NE-SW, localizzate in tale settore del vulcano” che “sembra essere associata a cambiamenti nello stato di attività dello stesso”.

Ma va anche detto – come spiega l’Ingv . Che “il rilascio energetico, associato all’attività sismica registrata tra il 19 ed il 26 agosto, risulta il maggiore finora osservato a partire dall’anno 2000 in tale settore del vulcano”.

E peraltro con i terremoti ci sono anche dei nuovi fenomeni di “vulcanismo secondario” alle Salinelle di Contrada Cappuccini Vecchi, a Paternò. Si tratta di emissioni di acque salmastre e fanghi, veicolate da gas di natura essenzialmente magmatica.

“Non si può escludere – spiegano dall’Ingv – che la recente attività sismica superficiale, in prossimità degli abitati di Ragalna – S. Maria di Licodia, possa avere influito sullo stato di stress che agisce sui condotti di risalita dei fluidi che alimentano le Salinelle di Paternò, modificandone il livello di attività”.

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