Sisma di Santo Stefano, il suolo si è spostato di 30 centimetri

Di Redazione / 06 Marzo 2019
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Il suolo si è spostato anche di 30 centimetri. Nuovi elementi di carattere scientifico sono emersi dai ricercatori dell’Ingv di Catania sul terremoto di Santo Stefano di 4.9 Richter che lo scorso Il 26 dicembre ha scosso il Catanese. Un sisma localizzato sul fianco orientale dell’Etna ad una profondità di meno di 1 kmeche èstato il più “energetico” degli ultimi 70 anni. La scossa si è verificata sulla Faglia di Fiandaca producendo una fagliazione superficiale.

Un fenomeno che nelle aree tettoniche si osserva solitamente quando i terremoti hanno una magnitudo prossima o maggiore di 6 km per via della profondità ipocentrale che è di circa 10 km, come è avvenuto di recente in occasione dei terremoti del 2016 in Italia centrale. Ma al contrario, i terremoti che avvengono nelle aree vulcaniche, come all’Etna o ad Ischia, essendo più superficiali producono fagliazione superficiale anche per valori di magnitudo più bassi.

La Faglia di Fiandaca si trova nel settore più meridionale di un complesso sistema di faglie attive, detto delle Timpe, che caratterizza il settore orientale del vulcano in continua deformazione. Il sistema delle Timpe partecipa a un movimento generale del fianco del vulcano verso est che è monitorato costantemente dai sensori dell’Osservatorio Etneo dell’INGV. Un’area in movimento è nettamente delimitata a nord dalla faglia della Pernicana con direzione Est Ovest mentre a sud sono presenti più sistemi di faglia sub-paralleli in cui il movimento si attenua gradualmente. La faglia di Fiandaca è ben nota in anche se l’evidenza della sua traccia non è molto chiara perché è frequentemente sepolta e “nascosta” al di sotto delle colate laviche. In diversi settori, la faglia può comunque essere individuata sul terreno come un debole cambio di pendenza della topografia.

A partire dal 26 dicembre il gruppo operativo di emergenza dell’INGV EMERGEO, che si occupa del rilievo degli effetti sull’ambiente naturale si è attivato per acquisire dati geologici sul terreno in zona epicentrale. Sono stati raccolti e catalogati quasi 900 punti di osservazione lungo la di faglia. Il terremoto del 26 dicembre ha prodotto vistosi effetti di fagliazione superficiale lungo la faglia di Fiandaca per circa 8 km da Acicatena sino a Monte Ilice. Sono stati misurati spostamenti anche di 30 cm in orizzontale. La scossa ha prodotto danni molto gravi nell’area epicentrale, la zona più colpita è tra Fleri e Pennisi. La maggior parte dei danneggiamenti appare localizzata in corrispondenza della fagliazione superficiale e nelle aree ad essa adiacenti.

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Redazione
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