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Di Redazione |

È passato un mese dall’aggressione russa all’Ucraina. Doveva essere una guerra lampo, ma via via è diventata una guerra di posizione, estenuante per gli aggressori. L’esercito russo è stato fermato dalla resistenza eroica opposta dagli ucraini e da tanti cittadini stranieri che hanno chiesto di combattere a fianco di essi.   L’accanimento con cui i russi stanno distruggendo le città e infierendo sulla popolazione civile – violando anche luoghi protetti dal diritto umanitario, come ospedali, scuole, rifugi – ha suscitato l’indignazione di tutto il mondo civilizzato, che si sta mobilitando per garantire aiuti umanitari ed accoglienza alle popolazioni in fuga dai luoghi ove la repressione dell’esercito russo è particolarmente violenta. Si è formata una catena della solidarietà transazionale che si va sempre più allungando. Anche se si dovesse giungere ad un accordo per porre fine alle ostilità, non sarebbe facile rimuovere dalla memoria collettiva le drammatiche immagini dei massacri di donne, di bambini compiuti dai militari russi.

È passato un mese dall’aggressione russa all’Ucraina. Doveva essere una guerra lampo, ma via via è diventata una guerra di posizione, estenuante per gli aggressori. L’esercito russo è stato fermato dalla resistenza eroica opposta dagli ucraini e da tanti cittadini stranieri che hanno chiesto di combattere a fianco di essi.   L’accanimento con cui i russi stanno distruggendo le città e infierendo sulla popolazione civile – violando anche luoghi protetti dal diritto umanitario, come ospedali, scuole, rifugi – ha suscitato l’indignazione di tutto il mondo civilizzato, che si sta mobilitando per garantire aiuti umanitari ed accoglienza alle popolazioni in fuga dai luoghi ove la repressione dell’esercito russo è particolarmente violenta. Si è formata una catena della solidarietà transazionale che si va sempre più allungando. Anche se si dovesse giungere ad un accordo per porre fine alle ostilità, non sarebbe facile rimuovere dalla memoria collettiva le drammatiche immagini dei massacri di donne, di bambini compiuti dai militari russi.

È passato un mese dall’aggressione russa all’Ucraina. Doveva essere una guerra lampo, ma via via è diventata una guerra di posizione, estenuante per gli aggressori. L’esercito russo è stato fermato dalla resistenza eroica opposta dagli ucraini e da tanti cittadini stranieri che hanno chiesto di combattere a fianco di essi.   L’accanimento con cui i russi stanno distruggendo le città e infierendo sulla popolazione civile – violando anche luoghi protetti dal diritto umanitario, come ospedali, scuole, rifugi – ha suscitato l’indignazione di tutto il mondo civilizzato, che si sta mobilitando per garantire aiuti umanitari ed accoglienza alle popolazioni in fuga dai luoghi ove la repressione dell’esercito russo è particolarmente violenta. Si è formata una catena della solidarietà transazionale che si va sempre più allungando. Anche se si dovesse giungere ad un accordo per porre fine alle ostilità, non sarebbe facile rimuovere dalla memoria collettiva le drammatiche immagini dei massacri di donne, di bambini compiuti dai militari russi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA