Notizie Locali


SEZIONI
Catania 13°

il caso

Catturato nella notte il detenuto evaso dal Palazzo di Giustizia di Trapani

Francesco Adragna, 36 anni, era riuscito a scappare dalle scale d'emergenza

Di Redazione |

E’ finita alle 2.50 di ieri notte la fuga di Francesco Adragna, 36 anni, che venerdì mattina era evaso dal tribunale di Trapani dov’era stato condotto dal carcere di Agrigento per assistere all’udienza del processo in cui era imputato di furto. Il fuggitivo è stato rintracciato dalla Polizia penitenziaria e dai Carabinieri nelle campagne di Trapana, tra Xitta e Paceco, mentre s’incontrava con la compagna.Adragna, con precedenti per rapina ed evasione dagli arresti domiciliari, aveva eluso la sorveglianza degli agenti riuscendo, dal primo piano, attraverso le scale di emergenza, a guadagnare l’uscita, dopo aver attraversato alcuni locali del seminterrato, adibiti ad archivio. Le immagini riprese delle telecamere di sorveglianza avevano documentato le varie sequenze dell’evasione, immortalando il detenuto in tuta mentre balza al di là della ringhiera che delimita il Palazzo di Giustizia.

«Facciamo i complimenti alle donne e agli uomini della Polizia penitenziaria, a cominciare da quelli del Nucleo Investigativo Centrale e dalla sua articolazione siciliana, ma anche a tutti gli altri impegnati nelle ricerche e in generale alle forze dell’ordine che hanno assicurato la cattura dell’evaso. Ma i problemi restano». Gennaro De Fazio, segretario della Uilpa polizia penitenziaria, commenta così la notizia della cattura di Francesco Adragna, 37 anni, il detenuto fuggito venerdì scorso dal Palazzo di Giustizia di Trapani. «Ci sono enormi disfunzionalità di sistema, con carenze di ogni genere e disposizioni inattuabili che se si provasse ad applicare paralizzerebbero ogni attività», aggiunge il sindacalista.

Va ridotto il vuoto organico – sottolinea il segretaria della Uilpa -, che solo per la Polizia penitenziaria ammonta a 18mila unità, necessitano equipaggiamenti aggiornati ai tempi e adeguati agli attuali livelli criminali, servono moderni protocolli operativi e non si può continuare a rinunciare alla formazione e all’aggiornamento professionale. Lo sappiano il Governo Meloni, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti:

Articoli correlati