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Inchiesta Trapani, così la Siremar fu svuotata due mesi dopo l’acquisto

Di Redazione |

La Siremar dell’ex gruppo Tirrenia è stata «svuotata» due mesi dopo essere stata rilevata per 55,1 milioni di euro dalla Società navigazione siciliana Spa (Sns). L’operazione di acquisto risale ad aprile del 2016 e a giugno i soci di Sns, la Ustica lines di Ettore Morace – finito in carcere per corruzione in una inchiesta della Procura di Palermo – e la Coronte&Tourist isole minori di Vincenzo Franza, hanno provveduto alla scissione.

L’atto notarile di scissione di Sns, che è stata trasformata da Spa in società consortile (Scpa) è stato depositato presso lo studio di un notaio di Locri, come risulta da alcuni documenti acquisiti dall’ANSA.

Dalle carte emerge che il patrimonio di Sns, pari a 13 milioni di euro, è stato spacchettato: 6,5 mln è transitato in Ustica lines e 6,5 mln alla Carante&Tourist isole minori. Alla luce di questa operazione, oggi Sns ha un capitale sociale di 500 mila euro e non possiede più una flotta né il personale.

Il ramo aliscafi ex Siremar-Sns è andato a Ustica lines che così ha messo a proprio patrimonio nove imbarcazioni veloci rilevando anche i contratti di locazione di nove appartamenti a Marettimo, Lipari, Ustica, Leni; il ramo traghetti è andato alla Caronte&Tourist dei Franza, in particolare nove navi e la locazione di parte di un capannone a Milazzo (Me). Anche il personale marittimo e amministrativo ex Siremar è transitato in capo ai due soci di Sns post-scissione, la cui sede legale risulta a Trapani. Attraverso la consortile, che rimane attiva, i soci di Sns ogni ricevono dallo Stato circa 80 milioni di euro di contributi per i collegamenti con le isole minori; il contratto prevede i contributi per 12 anni, quattro anni in più rispetto agli otto anni che era stati garantiti a Compagnia delle isole. L’ultimo bilancio di Sns depositato in Camera di commercio è quello del 2015: la società chiuse l’esercizio con una perdita di 18.239 euro.

Buona parte del personale amministrativo ex Siremar, 45 lavoratori, non è più negli organici. Piuttosto che accettare i trasferimenti a Trapani (ramo aliscafi) e a Milazzo (ramo traghetti) i dipendenti hanno concordato un incentivo con Sns – dai 50 ai 100 mila euro – firmando le dimissioni. Le procedure si chiusero in sordina nonostante il tentativo di alcuni sindacati di sollevare il caso anche in commissione all’Assemblea siciliana perché preoccupati per il depauperamento dell’ex Siremar.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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