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Aids: infettivologi, ‘con rimborso Prep stimati risparmi per 80 mln in 40 anni’

'Grande traguardo in prevenzione e progresso socio-culturale - Regioni siano rapide, dirimere nodo esami controllo'

Di Redazione |

Milano, 29 mag. (Adnkronos Salute) – Plauso degli infettivologi “alla decisione di Aifa di rendere rimborsabile anche in Italia la strategia di Prep”, profilassi pre-esposizione per la prevenzione dell’infezione da virus dell’Aids, “basata sull’assunzione della terapia orale a base di tenofovir/emtricitabina”. Un “passo avanti” che era “atteso da tempo”, che “allinea l’Italia ad altri Paesi europei”, che “abbatte una barriera culturale” e che produrrà secondo gli esperti vantaggi sanitari, ma anche economici, con “un risparmio di circa 80 milioni di euro in 40 anni”. Anche di questo si parlerà dal 14 al 16 giugno all’università degli Studi ‘Aldo Moro’ di Bari, durante la XV edizione di Icar-Italian Conference on Aids and Antiviral Research, organizzata sotto l’egida della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), delle maggiori società scientifiche di area infettivologica e virologica, e del mondo dei pazienti. La Prep – ricorda la Simit – permette di evitare l’infezione da Hiv nelle popolazioni che in base ai dati epidemiologici risultano più esposte al virus: maschi che fanno sesso con maschi (Mdm), donne ad alto rischio, transgender, sex worker. Si può assumere in modalità continuativa, con una pillola al giorno, oppure ‘on demand’, al bisogno, in associazione a un possibile episodio a rischio di acquisizione di Hiv per via sessuale. Finora il costo della Prep ammontava a circa 60 euro per ogni confezione da 30 compresse. “Diversi lavori condotti dal 2015 a oggi – afferma Annalisa Saracino, professore ordinario di Malattie infettive e tropicali all’università, fra i presidenti di Icar 2023 – hanno dimostrato come il costo della Prep abbia da sempre rappresentato un’importante barriera per l’avvio, l’aderenza e mantenimento in cura. In uno studio condotto a Los Angeles nel 2017 su oltre 700 Msm, il costo della Prep risultava essere tra gli intervistati la seconda causa, dopo la paura degli effetti collaterali, di mancata aderenza, determinandone l’interruzione nel 40% dei casi”. “In particolare, l’Oranizzazione mondiale della sanità sottolinea quanto l’accesso alla Prep sia ancora marginale nelle persone che fanno uso di sostanze per via endovenosa, nei sex worker, nelle donne in gravidanza e nei giovani sotto i 18 anni”, precisa Saracino. Ora la decisione dell’Agenzia italiana del farmaco “implica anche un progresso socio-culturale”, rimarca Michele Formisano, vicepresidente nazionale Nps (Network persone sieropositive) Italia, presidente Nps Puglia e tra i presidenti del congresso di giugno. “Si supera il pregiudizio per cui la Prep sia destinata solo ad ambiti promiscui – osserva – e lo Stato riconosce che è uno strumento di prevenzione importante per tutti, certificandone pertanto l’utilità nel limitare la diffusione dell’Hiv. Nei Paesi europei dove la Prep è gratuita, vi è stato un calo notevole delle nuove infezioni da Hiv”. “La rimborsabilità della Prep non è un vantaggio solo dal punto di vista clinico”, perché “lavori di farmaco-economia – sottolinea Saracino – evidenziano anche gli effetti positivi in termini di costo-efficacia. Un lavoro spagnolo dell’ultimo anno, applicato a una popolazione di circa 3mila Msm ad alto rischio di Barcellona, stima con un modello matematico il risparmio economico ottenuto con la Prep in circa 80 milioni di euro in 40 anni. Ancora più efficace risulterebbe l’analisi costo-efficacia dell’utilizzo di formulazioni Long Acting nella Prep, soprattutto nei Paesi a basse risorse ed elevata incidenza di Hiv, dove si stima che potrebbe determinare un calo del 30% circa delle nuove infezioni da Hiv in 20 anni”. “La decisione di Aifa rappresenta” tuttavia “un punto di partenza, in quanto molto resta ancora da fare in tema di prevenzione. Anzitutto, serve maggiore informazione che ne favorisca l’uso e l’aderenza”, rilevano gli infettivologi. “Una recente meta-analisi pubblicata a fine 2022 sulla disponibilità all’avvio della terapia, che ha incluso 156 studi da vari Paesi per un totale di oltre 230mila pazienti in Prep – continua Saracino – descrive come la scarsa conoscenza di questa strategia tra la popolazione a rischio sia il principale ostacolo alla diffusione della Prep, e che solo un’azione proattiva di informazione e di aumento della percezione del rischio, con interventi personalizzati e con il coinvolgimento della community associato all’offerta della terapia, portino a un aumento dei tassi di utilizzo su scala globale”. “Nella fase attuale – conclude Fomisano – auspichiamo che ogni Regione faccia propria in breve tempo la decisione dell’Aifa. Altra questione da dirimere è quella degli esami di controllo, perché la Prep richiede controlli regolari, con costi che ammontano a 500-600 euro l’anno. Anche questo è un ostacolo economico che può minacciare la continuità nella terapia”.

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