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Azione: Bonetti, ‘io e Rosato via da Iv perchè quello non più nostro progetto’
Roma, 25 nov. “In Europa cosa possiamo fare? Dire agli elettori: ci dovete votare perché altrimenti vince la sinistra o la destra? C’è già stato Enrico Letta che ha fatto la campagna elettorale dicendo che altrimenti sarebbero arrivati i fascisti, e non gli è andata benissimo”. Così Elena Bonetti (Azione Per Renew) rispondendo a Linkiesta Festival sul progetto riformista di Azione e Per e sulle prospettive di alleanza verso le elezioni europee.
“C’è un grande rischio: quello di fare il populismo di centro e di vestire di riformismo una matrice populista. Noi non lo correremo. Quello che si deve fare è un reale patto tra le anime della nostra Costituzione, un partito unitario con il metodo dell’incontro e della sintesi tra le anime riformiste, quella più popolare e più liberale, e che sulle singole questioni dia la risposta che sia il massimo ottenibile per tutti. Questo patto non è l’equidistanza da una parte e dall’altra: si devono affrontare le questioni creando spazi di dialogo, di mediazione e di sintesi, perché le questioni sono talmente complesse che non possono mai essere viste da un’unica prospettiva. Ogni scelta, in modo estremamente pragmatico e concreto, va misurata e strutturata in questa convergenza. Io ho avuto l’onore di sperimentare questo metodo nel governo Draghi ed è questo che avevamo promesso alle elezioni col Terzo Polo”.
“Il motivo per cui io e Ettore Rosato siamo usciti da Italia Viva – ha spiegato la fondatrice di Per (Popolari Europeisti Riformatori) – è perché questo nostro progetto non l’abbiamo riconosciuto nel progetto di Matteo Renzi di un centro fondato sulla dimensione del leaderismo personale autodeterminato come Centro, e non come movimento plurale. Il progetto di Matteo Renzi con Clemente Mastella è un’altra cosa: non è questo progetto di anima di un partito unitario, riformista, per il nostro Paese. E noi pensiamo che anche per l’Europa quello che presentiamo agli elettori non possa essere un progetto ambiguo. Un conto è un progetto plurale, un conto è essere ambigui. Non vogliamo nessuna ambiguità da questo punto di vista”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA