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Furto banche dati: Renzi, ‘responsabilità politica di Meloni e Mantovano, allarme amichettismo’

Di Redazione |

Roma, 29 ott. “Tradirei il mio naturale garantismo se attribuissi responsabilità a Forza Italia o altri. Io non so chi è il ‘mandante’ di questo criminale mercato di informazioni. Il colpevole verrà individuato dai giudici. Ma la responsabilità politica di questo scandalo è della premier Meloni e del sottosegretario Mantovano”. Lo dice Matteo Renzi, intervistato dal ‘Corriere della Sera’.

Occorre “far funzionare l’Agenzia per la cybersicurezza, al cui vertice servono persone capaci: dico basta -incalza l’ex premier- a mettere gli amici degli amici in ruoli così strategici. Evidentemente non sono abbastanza le sortite folkloristiche del nuovo ministro della Cultura o le nomine poco chiare come quelle al vertice di Ales. Quando l’amichettismo arriva a mettere a repentaglio i diritti costituzionali dei cittadini deve scattare un allarme. È evidente che non ci sono le capacità tecniche necessarie per gestire una materia vitale come la nostra sicurezza e la nostra privacy. Frattasi è un prefetto, di cosa parliamo”.

“Io -ricorda ancora Renzi- volevo fare un’altra operazione. Dopo la tragedia del Bataclan avevo messo in piedi questo schema: ‘un euro in sicurezza e un euro in cultura’. Si creò così un budget da 150 milioni, che affidai ai Servizi. A guidare questa struttura proposi di mettere dei tecnici, incluso Carrai. Non andò in porto perché vi furono polemiche ad personam su Marco. Ma Carrai o non Carrai la questione è semplice: servono quelli bravi, non i burocrati. Io ravviso l’incapacità di governare di Meloni, perché davanti a questa nuova vergogna il Governo non può fare la vittima. Ma deve tutelare tutti i cittadini, così come il Presidente della Repubblica, quello del Senato e pure un senatore di opposizione come me. Invece siamo stati tutti spiati”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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