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Lazy portfolio: un’analisi completa su questa strategia d’investimento

Di Redazione |

Milano 26 maggio 2023. Quando si parla di lazy portfolio, si fa riferimento ad una strategia d’investimento che sfrutta portafogli basati su un approccio piuttosto statico o pigro, come appunto indica il termine inglese. Questi portafogli sono spesso consigliati agli investitori alle prime armi, che potrebbero non avere tutto il tempo o l’esperienza per gestire attivamente i propri risparmi. Altri, invece, li considerano come una valida soluzione per investire in tutte le stagioni dei mercati.

Le tipologie di lazy portfolio più comuni

Un mix tipico è costituito per il 40% dall’obbligazionario, il 40% dall’azionario e il restante 20% è formato da materie prime (oro o panieri di commodity). In linea generale, la maggior parte di questi lazy portfolio si basa proprio su una variazione di tale triade di asset.

Un altro esempio è invece il cosiddetto “coffeehouse portfolio”, una combinazione di azioni e obbligazioni concepita per generare profitto e minimizzare i rischi tramite 7 ETF..

Naturalmente, le percentuali non sono messe a caso. Una delle prerogative più importanti dei portafogli pigri si basa proprio sulla diversificazione degli asset, puntando sul fatto che tale strategia permette, nel tempo (secondo quello che è accaduto nel passato si tenga a mente), di addomesticare le fasi più negative.

Lazy portfolio ETF

Nei lazy portfolio, effettuando dei ribilanciamenti ad hoc, è possibile riportare periodicamente i pesi al punto d’inizio. Ciò significa che si va ad acquistare un po’ più di ciò che è sceso, andando a limare la suddetta quota e riportandola al peso iniziale.

Un esempio? Mettiamo che il lazy portfolio ETF fosse partito con il 40% di obbligazionario, il 40% di azionario e il rimanente 20% di materie prime. Ipotizziamo che, alla fine dell’anno, le materie prime siano salite moltissimo, fino al 30% mentre ETF obbligazionari e azionari valgono rispettivamente il 35% del portafoglio come peso.

Per ribilanciare il tutto si dovrà procedere vendendo il 10% di ETF con sottostanti materie prime. E poi, con quel 10% guadagnato, occorrerà mettere un 5% in più di ETF azionari e un 5% di ETF obbligazionari per ottenere nuovamente l’assetto 40-40-20%. Il ribilanciamento è questo. E significa di fatto con regole meccaniche e predeterminate acquistare in parte quello che è sceso e monetizzare dove si è guadagnato.

La maggior parte dei lazy portfolio ETF punta poi proprio a ridurre i costi mediante gli ETF. Vi sono tantissime versioni di questa forma d’investimento, caratterizzate da mix percentuali diversi e basket differenti, anche se ruotano sempre intorno ad alcuni concetti di base.

Del resto, i lazy portfolio promuovono un investimento fondato sul metodo e sulla disciplina. Tengono conto delle correlazioni ma specialmente delle decorrelazioni nella costruzione del portafoglio. Puntano inoltre sul fattore tempo, cioè sul lungo periodo e sulla “tempra d’acciaio” che dovrebbe avere ogni investitore secondo Benjamin Graham, il mentore di Warren Buffett..

Per dare i numeri, con un portafoglio con diversificazione 40% azionario, 40% obbligazionario e 20% materie prime, dal 1° gennaio 2007 a fine gennaio 2023, un lazy portfolio tipico ha generato un investimento in euro del 6,5% lordo, contro l’8,1% dell’indice azionario mondiale. Il massimo drawdown (ovvero la massima perdita nella fase più avversa), invece, sarebbe stato del -18,7% contro il -46,2% del mercato.

Le considerazioni di SoldiExpert SCF sui lazy portfolio

Per alcune tipologie di risparmiatori, i lazy portfolio rappresentano un’interessante opzione da valutare rispetto ad asset allocation improvvisate o caricate di costi aggiuntivi. SoldiExpert SCF, come società di consulenza finanziaria indipendente, li utilizza per i piccoli investitori, ma all’interno di altre strategie, e con alcuni correttivi alle formule più classiche.

Come insegna il 2022, infatti, il portafoglio perfetto non esiste e la decorrelazione fra obbligazionario e azionario non è sempre garantita, così come la presenza di materie prime non è in grado di raddrizzare tutte le equity line. Non vi è certezza riguardo al futuro e nulla assicura che schemi che si sono rivelati di successo otterranno i medesimi risultati.

SoldiExpert SCF preferisce ragionare sia come diversificazione tra asset che di strategie, includendo anche quelle tattiche fondate su approcci di tipo quantitativo che fondamentale, con una parte moderata di quota “discrezionale”. È bene quindi non farsi prendere dagli entusiasmi eccessivi perché, non esistono portafogli “perfetti”.

Coloro che investono su un lazy portfolio dovrebbero avere un orizzonte temporale di almeno 10 anni prima di giudicare i risultati. Cosa non facile per molti investitori. In questo periodo, poi, potrà anche capitare che il rendimento ottenuto sarà nettamente inferiore rispetto a quello del mercato. E anche una volta passati i dieci anni nessuno può garantire un risultato al 100% positivo per quanto nel passato questo tipo di portafogli si è ben comportata.

Tattica dinamica per investire e asset allocation

Come abbiamo già precisato, i lazy portfolio non hanno un approccio tattico all’investimento, bensì seguono uno schema lento, si muovono poco. Il loro rischio è quindi quello di essere investiti su asset che si comportano peggio del mercato o che non si adeguino a contesti di mercato drasticamente mutati.

Inoltre, è essenziale sottolineare che i rischi associati ai portafogli pigri dipendono sia dalle scelte individuali di investimento (il proprio profilo di rischio e capacità di sopportare fasi avverse) che dalle condizioni del mercato. Dunque, prima di adottare una strategia lazy, è bene comprenderne a fondo le logiche, i pro e contro o rivolgersi ad un consulente finanziario così da valutare la situazione personale e prendere decisioni ragionate a seconda del proprio profilo di rischio e quale peso dare eventualmente a questo “mattone”.

Senza contare, poi, che i portafogli pigri possono essere messi in discussione. Ray Dalio, uno degli ideatori dei lazy portfolio più conosciuti, l’AllWeather, alcuni anni fa ha cominciato a consigliare alcune variazioni, come ad esempio l’utilizzo di azioni cinesi e il ricorso ad obbligazioni indicizzate all’inflazione a spese dell’obbligazionario a lungo termine. A dimostrazione che qualcosa che ha funzionato nel passato non è detto che performerà sempre ugualmente bene nel futuro perché i mercati possono cambiare dal punto di visto per esempio geo-politico, del rapporto rendimento/rischio di alcuni tipi di asset e in particolare proprio sul concetto di correlazioni e decorrelazioni che sono la chiave (nel passato) che ha consentito a questi portafogli di ottenere rendimenti di poco inferiori alle componenti più spinte (come l’azionario) ma con un rischio molto più basso.

Secondo gli studi effettuati da SoldiExpert SCF, l’inserimento di una componente tattica (e l’utilizzo quindi di più strategie o fattori), più adattiva e contingente può, nel tempo, migliorare il rapporto tra rischio e rendimento. Naturalmente, a patto di avere un orizzonte temporale adeguato poiché i mercati finanziari possono variare notevolmente.

Strategie solide ed efficaci per investire e adattarsi al mercato

Una strategia di investimento come quella dei portafogli lazy ha sicuramente il suo fascino e presenta alcuni vantaggi. È bene, però, valutarne tutte le implicazioni. Un approccio anche attivo e diversificato (sia come strumenti che strategie) come quello seguito da SoldiExpert SCF, può essere più impegnativo (sia per chi lo promuove che per il cliente che lo segue) rispetto ad uno statico come quello che caratterizza i lazy portfolio.

Nessuna strategia, infine, genera solo e sempre operazioni in guadagno (mesi consecutivi e anche negativi possono esistere), e mantenere sempre le stesse posizioni può esporre anche a rischi che è bene sempre comprendere e valutare come nel caso si affronteranno.

Informazioni su SoldiExpert SCF

Questo contributo è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, feeonly) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi.

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