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Milano: inchiesta su vigili, Bruna vince la paura e denuncia

Di Redazione |

Milano, 26 mag. Bruna, la donna transgender che lo scorso mercoledì 24 maggio è stata accerchiata da quattro agenti della polizia locale e colpita con un manganello, ha vinto la sua paura e si è presentata nello studio dell’avvocato Debora Piazza, per denunciare quanto accaduto in via Sarfatti a Milano.

“E’ terrorizzata che qualcuno possa ancora fare del male, non riesce a rivedere le immagini che riprendono la scena di lei a terra, è molto spaventata ma le amiche l’hanno convinta a denunciare” racconta il legale che ha accompagnato la 42enne di origini brasiliane al centro Svs della Mangiagalli per poter avere un referto da allegare alla querela che l’avvocato presenterà, una volta ultimata, direttamente in procura dove sul tavolo del pm Giancarla Serafini e dell’aggiunto Tiziana Siciliano c’è un fascicolo, a carico di ignoti, per lesioni personali. Una denuncia determinante per poter proseguire l’indagine.

La donna presenta una “brutta ferita alla testa”, sarebbe ancora presente del sangue raggrumato, che potrebbe essere compatibile con il manganello, o che potrebbe essersi procurata da sola quando in auto – per essere portata in via Custodi dove si trovano gli uffici per il fotosegnalamento – ha dato testate violente ai finestrini e alla paratia di sicurezza centrale presente in macchina. Bruna ha ricostruito all’avvocato quanto accaduto, a partire dagli “schiamazzi” vicino al parco Trotter che hanno portato all’intervento della polizia locale con i quattro agenti che, a fatica, sono riusciti a farla salire in auto. Qui le versioni divergono: se i ‘ghisa’ raccontano che la 42enne ha tentato la fuga, dopo aver finto un malore in auto, lei invece parla di un “pestaggio, di un’aggressione immotivata dei vigili”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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