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Pace: Alemanno, ‘no a scatole chiuse orgogliose di isolamento, serve spinta forte e convergente’

Di Redazione |

Roma, 08 mag. – “Oggi è una giornata importante. Perché non è che ci sono poche persone che parlano di pace, ma tutte operano in una scatola chiusa. E sono chiusi ed orgogliosi del loro totale isolamento. Se i giovani universitari possono essere giustificati, meno lo e’ Santoro, a cui qualche mese fa Marco (Rizzo – ndr) ha chiesto di fare una conferenza sul tema della pace ed ha rifiutato. Si è rifiutato di essere solidale con altre persone che parlano di pace per non contaminarsi”. Così Gianni Alemanno (Indipendenza), intervenendo alla presentazione del Manifesto per la sovranità e i diritti dei popoli a Roma presso la Sala della Stampa estera sulla convergenza fra il movimento Indipendenza e Democrazia sovrana e popolare rispetto ai temi individuati nel Manifesto.

“Pensate ad Alessandro di Battista: noi di Indipendenza abbiamo raccolto firme per lui che ha evitato di riconoscercelo perché rischiava di essere contaminato. Unico esempio di capacità di uscire da rispettive scatole e’ quella che vedete oggi – rimarca – Cosa e’ più importante per la politica: difendere il proprio settarismo? O dimostrare di riuscire a produrre un cambiamento? Io credo che sia in carico di chi vuole interpretare un ruolo politico dare la dimostrazione che c’è un cambiamento e che è molto più importante del protagonismo e settarismo”.

“E allora domandiamoci: è impossibile produrre questo cambiamento? Non lo e’. Se l’Italia la smettesse di fare la guerrafondaia sull’Ucraina questo avrebbe un forte effetto in Europa. Avere una Italia così determinata a fare la guerra ha invece spiazzato gli altri leader europei. Se l’Italia si muove, l’Europa si muove e gli Usa non possono non ascoltare. Lo stesso vale per la Palestina. Non si capisce perché di fronte ai vari appelli a Netanyahu di fermarsi non ci sia la capacità di attuare sanzioni – prosegue – Io credo che quello che succede in Italia può innescare un effetto domino reale”. “Oggi siamo qui a pochi centinaia di metri dal Quirinale e da un Presidente della Repubblica che ogni volta che affronta questi temi con crescente fatica si arrampica sugli specchi. A poche centinaia di metri c’è l’altare della Patria dove Bruno Vespa ha organizzato un talk show con Zelensky e Palazzo Chigi, con Meloni eletta giurando di fare l’interesse nazionale. Chiunque ci dimostri dove e’ l’interesse nazionale dell’Italia in Ucraina e su Gaza. Se finisse il protagonismo di chi parla di pace e ci fosse una spinta forte e convergente sulla pace le cose potrebbero cambiare”, conclude.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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