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Calcio: Kjaer, ‘lo scudetto lo sento anche mio, dopo l’infortunio ho vissuto mesi da eremita’

Di Redazione |

Milano, 6 ago. – “Quando mi sono fatto male ho staccato la spina dal calcio per quattro mesi, non guardavo neanche le partite”. Esordisce così Simon Kjaer, difensore danese del Milan, che sulle pagine di Sportweek racconta i suoi ultimi mesi. “Ero in contatto con Pioli e i compagni, nient’altro: non andavo neanche più a Milanello perché non avevo niente da dire e da fare. Sono tornato più o meno a 10 partite dal termine e i ragazzi mi hanno accolto regalandomi la mia maglia firmata da tutti loro. Lo scudetto lo sento mio, lo abbiamo vinto tutti insieme”. Il difensore, poi, spiega la decisione di non tagliare la barba per diversi mesi: “Non avevo mai avuto un infortunio così grave. Mia madre mi disse di far finta di essere un eremita, e io mi sentivo proprio così. I compagni mi scrivevano per incoraggiarmi, la società mi stava vicino, ma ero io a dovermi alzare alle 8 del mattino tutti i giorni e lavorare fino alle 20 da solo con il fisioterapista. Allora mi sono detto che, se ero un eremita, avrei tagliato la barba solo dopo esser tornato a lavorare con la squadra”.

In seguito Kjaer parla dei suoi compagni di squadra: “Spero che Daniel Maldini possa dimostrare allo Spezia ciò che vale, mi sembrava maturato e più pronto. Leao e Tonali voglio vederli quest’anno: devono crescere enormemente, quello che hanno fatto l’anno scorso non basta più. Rafa ha qualità straordinarie e non può permettersi partite in cui si vede poco, deve essere sempre decisivo. Voglio vedere Origi: quando eravamo insieme a Lille era un ragazzino, ora deve essere un campione che fa la differenza”. In chiusura il difensore danese parla del prossimo campionato: “Le avversarie sono state aggressive sul mercato, sarà ancora più dura perché tutti vogliono battere i campioni d’Italia. Noi possiamo ancora crescere, nessuno al Milan ha finito di farlo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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