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Fisco: marketplace di moda Farfetch fa pace con l’erario e versa 12 mln euro

Di Redazione |

Milano, 4 ago. Farfetch multinazionale attiva nel settore delle vendite online di beni di moda, lusso e design, che vende prodotti di oltre 700 boutique e marchi di tutto il mondo, fa pace con il fisco italiano dopo la conclusione dell’accertamento dei militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria del Comando provinciale di Bologna, che hanno fatto emergere l’esistenza e l’operatività in Italia “della stabile organizzazione” della società britannica: secondo gli inquirenti il ‘radicamento’ in Italia si realizza “sin dal 2011”. La società, tra i pionieri del settore e che conta solo in Italia un portafoglio di oltre 200 partner, “senza mai formalizzare la propria presenza in Italia, assumere formalmente personale dipendente e avviare uffici o negozi, ha operato, in maniera assolutamente occulta, sfruttando le boutique affiliate che, assumendosi ogni rischio, hanno messo a disposizione spazi fisici per lo stoccaggio di merce da vendere ‘indirettamente’ sulla piattaforma”, si spiega in una nota.

Sono stati passati al setaccio oltre 400 gigabyte di dati, tra cui 21mila mail, 20mila conversazioni via chat, 800mila immagini, 22mila file di testo per procedere alla coordinate geografiche dei lavoratori coinvolti e ricostruire le relazioni tra loro. Con la cooperazione internazionale e gli strumenti investigativi messi in campo, “è stato possibile accertare che un team composto da agenti italiani (dipendenti della società inglese) aveva svolto attività determinanti per la gestione delle relazioni economico-commerciali, la negoziazione, la trattativa e la stipula di contratti con centinaia di boutique nazionali. A fronte dei servizi di gestione delle vendite on line dei prodotti presenti nei negozi fisici, il marketplace (assimilabile a una vetrina virtuale) ha incassato ingenti provvigioni dai partner italiani calcolate, in media, sul 30% del venduto”.

La società ha già versato all’erario, in un’unica soluzione, circa 12 milioni di euro per definire ogni pendenza con il fisco relativamente agli anni dal 2015 al 2019. Contestualmente, si è impegnata – attraverso la costituzione di una nuova società di diritto italiano – a versare le imposte, anche future, dovute sulle provvigioni maturate sul territorio a far data dal primo gennaio 2020. “È il primo caso, in Italia, di accertata esistenza di una stabile organizzazione occulta di una società estera operante nel settore dell’e-commerce la cui fixed place of business è stata ravvisata nell’abitazione dei dipendenti (home office)”, conseguentemente, l’ufficio ‘casalingo’ può essere ritenuto stabile organizzazione materiale del soggetto estero nel territorio dello Stato su cui si svolge l’effettiva attività imprenditoriale, con ciò producendo reddito imponibile nel nostro Paese.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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