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Dal delitto di Garlasco all’Ilva di Taranto, una giustizia lenta produce ingiustizia
La giustizia italiana è lenta ma inesorabile, oppure è solo inesorabilmente lenta? Quando 18 anni dopo un delitto, si comincia a cercare nei campi l’arma con cui è stato commesso e che non era mai stata trovata, la domanda è legittima. Stiamo parlando ovviamente del delitto di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi per il quale, ricordiamolo, è già stato condannato in via definitiva dopo un lungo iter processuale, dunque oltre ogni ragionevole dubbio secondo quanto prescrive la legge, l’allora fidanzato di Chiara, della vittima, e cioè Alberto Stasi.
Si vede che qualcosa ha convinto oggi la Procura di Pavia a seguire una pista investigativa che invece essa stessa con altri dirigenti aveva espressamente deliberatamente scartato tempo fa. Ora al centro delle indagini c’è un amico del fratello maggiore di Chiara che frequentava la casa insieme a un altro gruppo di ragazzi uno dei quali nel frattempo è diventato un frate francescano. Intendiamoci, la ricerca della verità è sempre il fine ultimo della giustizia e dunque noi non possiamo che augurarci che i magistrati trovino quello che sembrano certi di poter trovare. Però delle due l’una: o stanno sbagliando adesso sotto una pressione mediatica oppure hanno sbagliato i loro colleghi al tempo della condanna di Stasi, evidentemente non corredata dalla completezza necessaria delle prove
Ma c’è un altro caso giudiziario di questi giorni che desta molte perplessità. I commissari straordinari dell’Ilva di Taranto hanno infatti dichiarato che a causa del ritardo con cui la Procura ha consentito l’avvio dei lavori di manutenzione in un altoforno che ha sequestrato e chiuso dopo un incidente l’impianto è compromesso e dunque hanno chiesto la cassa integrazione per circa 4000 lavoratori. La Procura ha risposto, si è difesa con un comunicato che però non sembra aver risolto, fugato tutti i dubbi, sulla rapidità sul suo operato. Ecco due casi in campi molto diversi l’uno e l’altro però entrambi ci ricordano che una giustizia lenta produce ingiustizia e questo è uno dei mali.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA