Fallisce lo storico tour operator britannico Thomas Cook: 600.000 turisti bloccati

Di Redazione / 23 Settembre 2019

Thomas Cook, il tour operator britannico con 178 anni di storia alle spalle, ha chiesto la liquidazione giudiziaria. Lo annuncia questa notte la società in una nota, sottolineando che «sono cancellati tutti i futuri voli e le future vacanze». Nonostante le trattative serrate, Thomas Cook non è riuscita a raggiungere un accordo con i creditori e questo ha innescato la richiesta di bancarotta. Con la liquidazione Thomas Cook mette a rischio 22.000 posti di lavoro a livello globale, di cui 9.000 in Gran

La liquidazione giudiziaria chiesta questa notte da Thomas Cook blocca all’estero circa 600mila cittadini britannici che stanno svolgendo le loro vacanze con i pacchetti turistici del gruppo. Il governo britannico, si è rifiutato di partecipare a un salvataggio pubblico ma avrebbe annunciato di voler coprire i costi del rimpatrio dei clienti.

E dopo l’annuncio è partito il ponte aereo organizzato dal governo britannico e dalla Civil Aviation Authority (Caa) per rimpatriare i turisti bloccati all’estero dal fallimento di Thomas Cook. In totale come detto vi sono quasi 600.000 clienti del tour
operator attualmente in vacanza, 150.000 dei quali britannici inclusi 16.000 il cui rientro nel Regno era previsto per oggi.

Il ministro dei Trasporti, Grant Shapps, ha detto che sono pronti 45 aerei charter per sostituire la flotta Thomas Cook e la Caa prevede per stasera il rimpatrio d’almeno 14.000 persone. Per il Regno Unito si tratta della maggiore operazione di rimpatrio in tempo di pace. Nel 2017, a causa del crac della compagnia aerea britannica Monarch, occorsero in totale 567 voli, da parte di alcune decine di velivoli charter, per far tornare a casa circa 84.000 clienti.

Il crac di Thomas Cook ha segnato l’avvio della procedura di liquidazione giudiziaria chiesto dal management. E di conseguenza lo stop a tutte le attività dell’azienda, incluse quelle della flotta omonima che è stata atterrata. Continua invece a operare la Condor, compagnia aerea tedesca sussidiaria di Thomas Cook.

Intanto le autorità britanniche hanno invitato i turisti bloccati – che si trovano fra l’altro nei Caraibi, in Turchia e nella Baleari – a non saldare il conto degli hotel prenotati tramite il tour operator senza prima aver consultato la Caa.

Il gruppo cinese Fosun, che controlla Thomas Cook, si è detto deluso della decisione di procedere alla liquidazione dopo aver proposto un piano da 1,1 miliardi di sterline che prevedeva, fra l’altro, la conversione del debito da 2 miliardi in azioni e il passaggio del controllo delle linea area ai creditori. Un progetto che non si è concretizzato per i timori che la situazione fosse oramai compromessa presso la clientela che ha cancellato in massa le prenotazioni già effettuate.

Il premier Boris Johnson ha detto che un salvataggio da parte dello stato costituirebbe un «rischio» perché altre aziende potrebbero aspettarsi lo stesso trattamento in futuro. Secondo il premier, «bisogna studiare in che modo gli operatori turistici possano proteggersi da simili casi di bancarotta in futuro».

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