L'Etna e la neve: le immagini spettacolari del bianco e nero. Alla scoperta dei segreti d'«a' Muntagna»
Il bianco e il nero, il contrasto della roccia vulcanica e la neve, i crateri che cambiano colore, mentre qualche fiore di ginestra resiste alle prime temperature invernali con il suo giallo squillante. L’Etna non è soltanto nota per le sue spettacolari eruzioni che illuminano la notte di bagliori e brandelli incandescenti di lava, ma è soprattutto un luogo dove farsi trasportare dai silenzi della natura, dai profumi del bosco, da alberi come la betulla dell’Etna che qui resiste sin dall’ultima glaciazione:
«È proprio in questo periodo dell’anno che il vulcano diventa montagna», racconta Francesco Ciancitto, guida vulcanologica. Ecco quindi che in inverno l’Etna diventa qui “a Muntagna” come la chiamano i catanesi e gli abitanti dei paesi etnei che si rivolgono al vulcano sempre nominandolo al femminile perché l’Etna è come una mamma.
Andare sull’Etna innevato è un momento per stare in famiglia e vivere la natura: «I bambini giocano con le palle di neve e fanno i pupazzi, ma è bello semplicemente passeggiare tra i sentieri, se continuerà a nevicare ci sarà modo anche di fare sci alpinismo», continua Ciancitto che sottolinea alcune delle esperienze di chi vive il vulcano imbiancato: «Da qualsiasi altezza camminando vedi il mare, inoltre negli ultimi anni siamo stati abituati ad assistere a splendide eruzioni: in quei momenti vediamo la lava incendiare la neve, qualcosa di unico che oggi possiamo vedere solo in Islanda». Insomma vivere l’esperienza dell’Etna non significa necessariamente raggiungere le sue estremità, oggi l’altezza del vulcano è di 3403 metri stando alle ultime misurazioni dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
L’Etna è anche un set cinematografico a cielo aperto: Pierpaolo Pasolini girò qui scene di alcuni dei suoi celebri film come Teorema, Porcile, I racconti di Canterbury, il Vangelo Secondo Matteo, a quei contrasti di bianco e nero si sono ispirati artisti, poeti, filosofi, musicisti. È qui tra i crateri che nella mitologia greca Efesto aveva la sua fucina, il filosofo Empodocle si dice che si gettò all’interno per vivere l’esperienza trascendente del fuoco e il vulcano ha ispirato alcune delle più belle canzoni di Franco Battiato.
È in questo paesaggio che ci si ritrova in un luogo dell’anima: «La prima neve sull’Etna con il vulcano che improvvisamente cambia abito ci fa pensare che questo è un luogo privilegiato dove osservare il passaggio del tempo, il vecchio che lascia spazio al nuovo» conclude Ciancitto. Un dono che va anche custodito anche un con turismo responsabile.