18 dicembre 2025 - Aggiornato alle 06:32
×

«Mi avevano dato 9 mesi di vita, mi sono laureata in 4 anni», la storia di Chiara, con cancro metastatico al seno, diventa un film

Redazione La Sicilia

06 Giugno 2025, 15:42

«Tirate fuori i vostri sogni e vivete felici». La grinta e la voglia di vivere di Chiara Ruaro, veneziana, 51 anni, dipendente pubblica, con cancro al seno metastatico coinvolge tutta la sala strapiena dell'Anteo dove è stato presentato a Milano “Due di noi”, il corto fuori concorso al Milano Film Fest
«I greci per descrivere il tempo usano due termini: Kronos è il tempo cronometrico (minuti, settimane...); Kairos è il tempo di cui hai bisogno per fare qualcosa». Inizia così “Due di Noi”, con le parole di Chiara, 50 anni, e Teresa, 38 anni, che raccontano le loro storie, distanti geograficamente (Chiara vive a Venezia, Teresa a Salerno), ma parallele e profondamente intrecciate nella loro umanità. Entrambe convivono con un tumore al seno metastatico, una diagnosi che, solo nel 2022, ha riguardato oltre 52.000 donne e che spesso strappa ogni certezza, ogni progetto. Ma che oggi, grazie al progresso terapeutico, sta evolvendo sempre più nella dimensione della cronicità.


Raccontare queste due storie senza che la malattia ne diventasse protagonista assoluta è stata la "sfida” del docufilm diretto da Mattia Colombo e Davide Fois promosso da Gilead Sciences Italia con l’associazione Europa Donna Italia e prodotto da Tapelessfilm. Il docufilm racconta la vita di due donne di straordinaria resilienza, Chiara e Teresa, dopo la diagnosi di tumore al seno metastatico, di come sono cambiati i loro progetti, le loro aspettative per il futuro. Di come il loro tempo abbia assunto un significato diverso, diventando un oggi vissuto appieno e un domani tutto da costruire.
«Nove mesi di aspettativa di vita: è questa la prognosi che ho ricevuto nel 2020 quando la malattia si è ripresentata» ricorda Chiara Ruaro, protagonista di Due di Noi. «Da allora sono passati 5 anni, una laurea, una carriera e tante passioni. La vita ti mette davanti a salite molto ripide, spetta a noi decidere come affrontarle. La mia storia - che è fatta anche di paure e di momenti di sconforto, soprattutto quando aspetto i risultati degli esami - e che ho avuto la fortuna di raccontare in un modo così amplificato, spero sia di aiuto alle donne che si trovano di fronte a questo percorso. Non si può e non si deve minimizzare, ma si può e si deve prendere il tempo e riempirlo di vita, perché il presente deve essere vissuto appieno e il futuro e la scienza possono cambiare il nostro cammino».

Insieme a Chiara c’è Teresa, prima diagnosi di tumore al seno a 31 anni, che poi si trasforma nel 2022 in tumore al seno metastatico. Teresa, come Chiara, non vuole essere solo malattia e affronta la vita in modo pieno, coltiva interessi, si spende per sensibilizzare e aiutare le donne che vivono la sua condizione, progetta il suo matrimonio. «Si chiama cancro, non possiamo evitare di chiamarlo con il suo nome», dice Teresa Giordano, l’altra protagonista di Due di noi. “Ciò che dico a me stessa quando sento di crollare è di avere coraggio. Mi dico: cadi, sprofonda, attraversa questo dolore e prova a trasformarlo. Anche a 30 anni, anche quando la vita sembra così difficile, il tempo può essere meraviglioso; negli ultimi 7 anni ho fatto cose che non avrei fatto prima. Ho talmente tanti progetti da realizzare nei prossimi anni che non basterebbe un libro per contenerli tutti; il più vicino è il mio matrimonio, con un compagno che mi ha scelto il giorno della mia prima diagnosi e non mi ha mai abbandonata”.

“Le storie di Chiara e Teresa sono una testimonianza preziosa” afferma Alessandra Gennari, Professoressa ordinaria di oncologia medica presso l'Università del Piemonte Orientale, Coordinatrice della Faculty sulle neoplasie della mammella di ESMO (Società Europea di Oncologia), Direttore della Clinica Oncologica dell’Ospedale Universitario di Novara. «Ci raccontano in modo indiretto come le terapie possano incidere in modo significativo per le pazienti che ricevono una diagnosi di progressione della malattia. La ricerca è in continua evoluzione e oggi il tumore al seno metastatico, sia nelle forme più aggressive come il tumore al seno metastatico triplo negativo, sia nelle forme più diffuse come l’HR+/HER2- (forme positive all’espressione dei recettori ormonali HR (estrogeno o progesterone), può contare su terapie più efficaci che riescono a dare più tempo con una migliore qualità di vita. Per noi clinici vedere affrontare un percorso così difficile con tenacia e voglia di futuro è un grande traguardo; diffondere questo messaggio con la voce delle pazienti è fondamentale».

Il percorso di Chiara e Teresa non potrebbe essere lo stesso senza il supporto di una rete di donne che quotidianamente si sostengono e si aiutano. Le associazioni pazienti rappresentano un porto sicuro, dove trovare conforto, accoglienza e aiuto. Il docufilm Due di Noi è realizzato grazie alla collaborazione di Europa Donna Italia, da sempre impegnata per le pazienti a fianco della comunità scientifica e delle istituzioni. «Dedichiamo un’attenzione speciale alle pazienti con tumore al seno metastatico dal 2012, quando abbiamo promosso la prima indagine dedicata a far emergere i loro bisogni», dichiara Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia. «Nel tempo non abbiamo mai smesso di restare in ascolto delle pazienti, da questo ascolto sono emerse in particolare cinque richieste che sintetizzano i loro bisogni: le abbiamo racchiuse nel Manifesto del Tumore al Seno Metastatico e ci siamo impegnate per portarlo sui tavoli istituzionali, avviando un’azione di advocacy che chiede alle istituzioni risposte rapide e tempestive».

«Negli anni la filmografia non solo italiana, ma internazionale, ha prodotto film di grande risonanza che raccontano il tema della malattia. Il cinema è un canale potente per muovere sensibilità e coscienze», afferma Claudio Santamaria, Direttore Artistico del Milano Film Fest. «Al nostro battesimo non potevamo che accogliere con entusiasmo Due di Noi, riservando uno spazio a un messaggio così forte come quello raccontato dalle storie di Chiara e Teresa. Un messaggio di speranza, ma soprattutto di vita».