Al termine della messa della Notte di Natale celebrata nella Basilica di San Pietro, papa Francesco ha preso il Bambinello da davanti all’Altare della Confessione e, circondato dai bambini con i fiori, si è avviato in processione lungo la navata fino al Presepe della Basilica. Il diacono ministrante ha deposto il Bambinello nella culla mentre i bambini hanno posato i fiori al Presepe. Poi il Pontefice lo ha incensato. Davanti alla Pietà di Michelangelo, prima di uscire, il Papa ha infine salutato i bambini.
«Guardiamo un’ultima volta al presepe, allargando lo sguardo fino ai suoi confini, dove si intravedono i magi, in pellegrinaggio per adorare il Signore», ha detto papa Francesco nella messa della Notte di Natale. «Guardiamo e capiamo che attorno a Gesù tutto si ricompone in unità - ha osservato -: non ci sono solo gli ultimi, i pastori, ma anche i dotti e i ricchi, "i magi"». «A Betlemme - ha proseguito il Pontefice - stanno insieme i poveri e i ricchi, chi adora come i magi e chi lavora come i pastori. Tutto si ricompone quando al centro c'è Gesù: non le nostre idee su Gesù, ma Lui, il Vivente».
«Allora, cari fratelli e sorelle, "torniamo a Betlemme", torniamo alle origini - è stato il suo invito -: all’essenzialità della fede, al primo amore, all’adorazione e alla carità». «Guardiamo i magi che peregrinano e come Chiesa sinodale, in cammino, andiamo a Betlemme, dove c'è Dio nell’uomo e l’uomo in Dio; dove il Signore è al primo posto e viene adorato; dove gli ultimi occupano il posto più vicino a Lui; dove pastori e magi stanno insieme in una fraternità più forte di ogni classificazione», ha aggiunto il Papa. «Dio ci conceda di essere una Chiesa adoratrice, povera e fraterna - ha concluso -. Questo è l’essenziale. Torniamo a Betlemme».