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Omicidio a San Severo durante la festa per l’Italia, ecco il momento dell’agguato

Di Redazione |

L’Italia intera era in strada per festeggiare la vittoria degli azzurri agli Europei, ma le urla gioiose dei tifosi a San Severo sono state bruscamente interrotte dal rumore sordo delle pistolettate. Una prima, poi altre due: si ascoltano in un video ripreso da un passante con il cellulare. In pochi secondi viene colpito il pregiudicato Matteo Anastasio, 42 anni, con precedenti per droga, morto appena arrivato in ospedale. E ferito gravemente il nipotino, che di anni ne ha solo 6. I due erano in piazza a festeggiare, in scooter, quando forse due sicari li hanno affiancati a bordo di una moto. Indossavano un casco integrale, diranno poi gli investigatori della Mobile di Foggia. Hanno esploso una mezza dozzina di colpi di pistola, una calibro 7.65. Tre i bossoli recuperati sull'asfalto. Poi, tra mille difficoltà per il traffico paralizzato dai tifosi, la folle corsa delle ambulanze. Matteo Anastasio è morto subito dopo il ricovero all’ospedale Masselli Mascia, colpito tra torace e collo. Il piccolo è stato trasferito al reparto di rianimazione del Policlinico Riuniti di Foggia, dove ora sta lottando tra la vita e la morte: un proiettile lo ha raggiunto all’addome. E’ in coma farmacologico.   Matteo Anastasio è fratello di Giuseppe, morto anche lui in un agguato a San Severo, il 5 febbraio 2017. E Giuseppe era il padre del piccolo che ora è in pericolo di vita. La cosa che però rende più assurda l’intera vicenda è legata al passato di Giuseppe: fu lui ad uccidere Stella Costa, una ragazzina di San Severo, 12 anni, ferita a morte da un proiettile vagante nel giugno 2002, uno dei sei sparati da Giuseppe Anastasio contro un altro uomo. Sparò per questioni sentimentali, si disse, il vero obiettivo dell’agguato era un giovane all’epoca 25enne, che si salvò per miracolo. Giuseppe Anastasio in appello patteggiò 9 anni e 6 mesi, periodo che aveva già scontato prima di venire ucciso.   Ora gli agenti della Mobile sono al lavoro per cercare di ricostruire la dinamica dell’agguato compiuto ieri contro Matteo Anastasio e il nipotino. Si stanno analizzando tutti i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nella zona. Così come le immagini scattate dai tifosi e postate sui social.   Un potenziamento dei dispositivi di sicurezza è stato chiesto dal sindaco di San Severo, Francesco Miglio, in una riunione straordinaria del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, indetto dal prefetto di Foggia per fare il punto sul grave agguato compiuto tra la folla. «Ciò che ci lascia scioccati – sottolinea Miglio – è la ferocia bestiale di queste persone che non si sono fermate neanche dinanzi alla presenza di un bambino». Fanno appello alla collaborazione dei cittadini con le forze di polizia anche gli esponenti foggiani dell’associazione di Don Ciotti, Libera contro le mafie: «Siamo fermamente convinti che la lotta alla mafia non può fermarsi alla pur fondamentale azione repressiva, ma chiede un impegno che unisca la dimensione politica, sociale, educativa e culturale, dove ciascuno quindi è chiamato a fare la propria parte».   

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