Arrestato il tunisino seguace di Osama Bin Laden che reclutava jihadisti: «Tagliamo il collo ai nemici»
L'inchiesta della polizia: l'uomo era in carcere e dai suoi connazionali era soprannominato "Satana"
Un tunisino di 40 anni, già detenuto nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per terrorismo nell’ambito dell’operazione «Shaytan», nome che significa «Diavolo» in arabo e ripreso dal suo soprannome carcerario. L’uomo è accusato di partecipazione all’organizzazione jihadista Ansar al-Sharia.
Secondo l’inchiesta della Digos di Torino, coordinata dal pm Davide Pretti, durante la detenzione il quarantenne ha cercato di reclutare altri detenuti esaltando il martirio come massimo onore, invitandoli alla jihad con frasi come «Alzati fratello, tira fuori la spada e taglia il collo ai nemici» e promettendo ricompense divine.
Con precedenti per furto e spaccio, il tunisino vive in Italia da dieci anni e ha già scontato altre condanne in penitenziari italiani, fingendosi in passato marocchino. Fin da giovane aderiva ad Ansar al-Sharia, gruppo legato ad Al Qaeda e Osama Bin Laden, conosceva i vertici e l’ideologo dell’organizzazione.
In cella diffondeva nasheed, canti tipici della propaganda islamista, e proclamava messaggi contro Stati Uniti e Israele, celebrando gli attentati compiuti in Europa e incitando a colpire «i miscredenti» a casa loro, secondo gli insegnamenti di Khattib Alidrisi.
Gli inquirenti lo considerano un elemento di alta pericolosità, pronto a ricorrere alle armi o al martirio una volta libero. Fino a questa indagine, il soggetto era rimasto sconosciuto agli apparati antiterrorismo.