Arriva la gru gigante per recuperare il relitto del Bayesian: tra le indagini e il mistero dei due hard-disk nella cassaforte
Il maxi veliero affondato nell'agosto scorso è adagiato su un fondale di 50 metri. Nella tragedia morirono sette persone
Ci vorranno almeno 20 – 25 giorni per riportare in superficie il relitto del Bayesian, il super yacht affondato nel naufragio delo scorso 19 agosto nel mare di Porticello costato la vita a sette persone. Poi sarà consegnato alla Procura di Termini Imerese che sta cercando di ricostruire le cause del disastro.
Gli esperti – almeno una settantina di persone – sono arrivati in Sicilia nei giorni scorsi e da stamattina daranno il via alle delicate operazioni di recupero del veliero adagiato su un fondale di una cinquantina di metri. C’è la chiatta Hebo lift 2 che ha una superficie di circa 700 metri quadrati adatta per caricare le attrezzature speciali che servono per riportare in superficie l’imbarcazione e la Hebo Lift 10, la gru galleggiante tra le più potenti d’Europa con una stazza lorda da quasi 6 mila tonnellate.
Il primo passo: segare l'albero da 72 metri
Il primo passo – hanno spiegato i tecnici – sarà un’ispezione e un’analisi dettagliata del Bayesian e del fondale circostante grazie ad un sommergibile telecomandato. Il veliero monoalbero ha uno scafo in alluminio e possiede uno degli alberi più alti del mondo, che misura 72 metri e che secondo alcuni media americani sarebbe proprio la causa del naufragio.
Chi sono gli indagati
Le operazioni di recupero prevedono prima il taglio dell’albero maestro di 72 metri che persa oltre 24 tonnellate e solo successivamente il Bayesian sarò riportato in superficie e trasportato nel porto di Termini Imerese. Dall’analisi dell’imbarcazione gli inquirenti si attendono risposte per cercare di stabilire se l’affondamento sia stato causato da una catena di errori umani, come ipotizzato inizialmente dalla Procura di Termini, o se vi siano altre possibili piste da seguire. Nel registro degli indagati, con l'accusa di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, sono finiti i tre componenti dell’equipaggio sopravvissuti: il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffith che era di guardia in plancia la notte della tempesta.