26 dicembre 2025 - Aggiornato alle 25 dicembre 2025 21:29
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Stupro di gruppo al Giardino Bellini, la 13enne abusata da due minorenni mentre altri guardavano: sette fermati

E' stato rintracciato anche l'ultimo dei presunti aggressori, tutti egiziani, preso mentre tentava di fuggire. La violenza nei bagni della Villa pubblica

Laura Distefano

03 Febbraio 2024, 15:56

Un branco formato da sette stranieri di nazionalità egiziana, 4 maggiorenni e 3 minorenni. Sono stati tutti individuati i presunti responsabili dell'agghiacciante violenza di gruppo ai danni di una tredicenne, avvenuta nella serata del 30 gennaio scorso nei bagni del Giardino Bellini di Catania.

La Procura di Catania e la Procura per i minorenni hanno emesso i decreti di fermo dando incarico di eseguirli ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Catania. L'esecuzione è avvenuta stamattina: i militari hanno agito in collaborazione con i colleghi del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Piazza Dante e della Stazione Catania Piazza Verga. I sette accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una minore.

La ricostruzione della violenza sessuale

La ragazzina, in compagnia del fidanzato, un 17enne, si trovava vicina ai bagni pubblici del parco comunale, quando sarebbe stata accerchiata dai giovani stranieri che avrebbero da subito iniziato ad importunarla, palpeggiandola anche nelle parti intime. A questo punto, nonostante i due fidanzati avessero cercato di opporsi all’aggressione e di allontanarsi, la situazione nel giro di pochi istanti sarebbe purtroppo degenerata. La coppia sarebbe stata fisicamente bloccata dal “branco” che l’avrebbe trascinata fino dentro i vicini bagni pubblici, impedendogli alcuna possibilità di fuga.

Il gruppo si sarebbe a tal punto diviso, con una parte che avrebbe tenuto fermo e percosso il fidanzatino, costringendolo tra l'altro ad assistere impotente agli abusi, mentre altri avrebbero spinto all’interno dei gabinetti la giovane, che sarebbe stata poi a turno violentata da due ragazzi del gruppo mentre gli altri avrebbero fatto la spola assistendo alla scena da sopra il muro divisorio della “toilette”.

I soccorsi

Solo in seguito, dopo il secondo abuso, la 13enne, in preda al panico e benché dolorante, avrebbe trovato la forza di divincolarsi dal suo aguzzino e di fuggire insieme al fidanzato, raggiungendo la via Etnea per chiedere aiuto. Sono stati infatti dei passanti a soccorrere per primi la ragazza e a chiamare i carabinieri che hanno quindi raccolto la testimonianza della vittima e hanno avviato subito gli accertamenti.

La ragazzina a quel punto è stata trasportata con un’ambulanza al Pronto Soccorso pediatrico dell’ospedale Cannizzaro dove, seguendo le procedure del “codice rosa”, i sanitari hanno confermato la violenza subita.

Le indagini tra videocamere, tracce ematiche e campioni biologici

Sin dai primi momenti, sono scattate le indagini da parte dei Carabinieri del Comando provinciale di Catania, che coordinati dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, a capo del pool del codice rosso, e dalla pm Anna Tranchillo, e dalla procura dei minorenni guidata da Carla Santocono, hanno battuto palmo a palmo la villa, alla ricerca di testimoni ed eventuali immagini degli impianti di videosorveglianza all’esterno del parco, e poi hanno avviato contestualmente le necessarie attività tecniche, tra cui il sequestro degli abiti della vittima e dei campioni biologici, tracce ematiche, seminali e salivari, da parte della Sezione Investigazioni Scientifica del Nucleo Investigativo di Catania.

In meno di 48 ore i carabinieri sono riusciti a chiudere il cerchio attorno ai responsabili. Dal primo pomeriggio di ieri, in stretto coordinamento con le due Procure, è quindi scattato il blitz, durato fino alle prime luci dell’alba di questa mattina, che ha consentito di catturare i 7 sospettati, l’ultimo dei quali rintracciato dopo una iniziale fuga; tra i fermati anche i due esecutori materiali della violenza sessuale, entrambi minorenni.

Al riguardo assolutamente rilevante è stato l’aspetto delle investigazioni scientifiche. Il personale specializzato del Comando Provinciale Carabinieri di Catania è infatti riuscito, attraverso un minuzioso studio delle tracce forensi ad individuare in meno di 24 ore le tracce biologiche relative alla violenza tracce che, analizzate in pochissime ore dal Ris di Messina, hanno restituito un “match” positivo coincidente con quello del minore che avrebbe fisicamente violentato la 13enne.

La collaborazione

Altrettanto importante è stata la collaborazione di uno degli indagati che avrebbe fornito riscontri a Carabinieri e alle due Procure che indagano sul caso. E’ un egiziano che avrebbe dato indicazioni per identificare gli altri suoi connazionali che sono stati poi fermati. La vittima, secondo quanto si è appreso, avrebbe riconosciuto uno degli aggressori.

Sono in corso accertamenti anche sui telefonini dei fermati.

Dei sette fermati, tre sono stati trasferiti nella casa circondariale di Catania Piazza Lanza e uno è agli arresti domiciliari, mentre i tre minori sono detenuti al Centro precautelare di Prima Accoglienza di Catania. L'ultimo giovane, che aveva tentato di darsi alla fuga, è stato rintracciato oggi dai Carabinieri di Piazza Dante.

Tutti gli stranieri si trovavano in territorio nazionale poiché entrati in Italia da minorenni e, in forza della legislazione vigente, accolti in strutture; in ragione della minore età vige, infatti, il divieto di espulsione con la possibilità del rilascio da parte della Questura competente del permesso di soggiorno fino al compimento della maggiore età.