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Rapinatore seriale, il racconto choc della gioielliera catanese: «Mi ha colpito al petto, faticavo a respirare»

Le scorribande del 31enne Mirko Natale Fusto, finito in carcere per una serie di colpi tra la città e la provincia

Laura Distefano

01 Agosto 2024, 12:49

A tradirlo, anche stavolta, è stato il tatuaggio sul collo. Al 31enne Mirko Natale Fusto sono arrivate in carcere altre due ordinanze di custodia cautelare in carcere dei gip Carlo Cannella e Pietro Currò per una serie di rapine commesse tra Catania, Gravina e i paesi etnei tra gennaio e maggio scorso. Fusto è il malvivente che qualche giorno fa è stato ammanettato dai poliziotti per una rapina da 280mila euro in due gioiellerie catanesi.

La gioielliera di via Garibaldi colpita al petto

Ma i carabinieri già lo avevano identificato per un’altra rapina, sempre di preziosi per un valore di 100mila euro, avvenuta in una gioielleria di via Garibaldi. Fusto era entrato il 31 maggio scorso nel negozio con la scusa di dover comprare un regalo per un battesimo. La titolare, ingenuamente, ha tirato fuori un po’ di collanine e monili e li ha messi sul bancone. Il rapinatore, però, l’ha aggredita con un forte colpo al petto e ha svuotato la vetrina di gioielli e pietre preziose. La titolare ha raccontato durante la denuncia: «Quando mi sono accorta di quello che stava succedendo, lo sconosciuto mi ha colpito in petto difatti in questo momento avverto un forte dolore e fatico a respirare». Quando ha messo in saccoccia il bottino il rapinatore è saltato in sella a uno scooter ed è partito a tutta velocità. Ma una testimone, che quella mattina stava distribuendo volantini, in via Garibaldi ha sentito «un forte tonfo» provenire dalla gioielleria e si è allarmata. Ai militari ha raccontato che ha visto «un individuo di 30 anni circa con barba e cappellino con il simbolo della Sicilia, intento a imbustare un oggetto all’interno della shopping bag di un noto hard discount. Impaurita si è allontanata» fino a quando non ha visto l’uomo scappare. A quel punto è entrata nella gioielleria e ha visto dietro il bancone «una donna anziana a terra».

«Spiccata pericolosità»

Il criminale, forse, era convinto di farla franca per il fatto di mettere un cappuccio in testa mentre seminava il panico in diversi esercizi commerciali, soprattutto distributori di carburanti e supermercati. Agiva due volte a settimana tra Paternò e S. Maria di Licodia.

I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Paternò sono riusciti - analizzando minuti e minuti di filmati - a incastrare il rapinatore seriale. Dai video estrapolati dalle telecamere dei sistemi di sorveglianza si vede Fusto una volta con un giubbotto blu sgargiante, un'altra con un piumino invernale verde oliva con pellicciotto sul cappuccio. Armato di pistola o di un taglierino, minacciava clienti, cassieri e commesse per farsi consegnare un pugno di contanti. Il bottino medio è stato calcolato in 400 euro a colpo.
L’indagato ha una “firma inconfondibile”: il tatuaggio sul collo. Inoltre, i capi d'abbigliamento usati per le rapine i militari li hanno rinvenuti nella sua abitazione.

I due gip sono lapidari nel descrivere la personalità criminale di Fusto: «Spiccata pericolosità dimostrata dall’evidente professionalità con cui seleziona gli obiettivi». Oltre a evidenziare «spregiudicatezza e violenza».

Le testimonianze agghiaccianti: «Mi spingeva la pistola sul capo»

«Avvertivo anche dalla violenza con cui maneggiava l’arma sulla mia testa che il malvivente si innervosiva e mi spingeva con forza la pistola sul capo». È il racconto del direttore di un supermercato di Paternò che è stato vittima di una delle rapine che dalle indagini dei carabinieri sarebbe stata commessa da Mirko Fusco. Il malvivente si è presentato con una tuta nera e un giubbotto blu acceso. Alle spalle indossava un ingombrante zaino nero e in mano teneva l’arma con cui lo ha minacciato di aprire la cassaforte «da dove ha prelevato il denaro per poi darsi alla fuga».

Fusto è violento. Non ha nessuno scrupolo anche a prendersela con donne anziane, come la titolare della gioielleria di via Garibaldi a cui ha sferrato un colpo secco all’addome facendola finire per terra.

Un’indole aggressiva che ha palesato quando ha messo a segno il colpo in un altro supermercato. Questa volta a Santa Maria di Licodia il 4 maggio 2024. Il 31enne, a volto scoperto, prima ha puntato la pistola al collo di una dipendente che si trovava al box informazioni che però alla richiesta di soldi da parte del rapinatore ha dovuto rispondere di non essere «nella disponibilità di contanti». Fusco non si è arreso. Ha puntato la pistola al petto di un’altra commessa dicendole: «Dammi i soldi che ti staiu ammazzando». La donna spaventata, come si vede perfettamente dai video, è scappata dirigendosi verso le casse e ha perso i sensi. A quel punto il criminale è riuscito a impossessarsi di 599 euro (l’incasso della giornata) e di quattro cellulari. Anche in questo caso Fusco è fuggito a bordo di una moto scura.

Qualche minuto dopo il rapinatore, non contento del bottino accumulato al supermercato, ha fatto irruzione in un bar sempre della cittadina etnea. Pistola in pugno ha intimidito il titolare: «Se non stai fermo, ti sparo, ti sparo». Nel locale è calato il silenzio. Molte era la paura tra i clienti. Per evitare di mettere a rischio l’incolumità di qualcuno dipendenti e proprietario hanno scelto di consegnargli la somma presente nelle casse. E cioè quasi 1.100 euro. Fusco prima di fuggire ha fatto un piccolo passo falso. Nelle fasi concitate della rapina non si è accorto che gli è caduto uno dei telefonini che ha portato via dal supermercato. I carabinieri lo hanno trovato sul pavimento del bar.