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Catania: «Schiavi dei cantieri lavoro, 39 euro al giorno per 7 ore e abbiamo avuto solo il 10%»

Ieri presidio del sindacato Usb con alcuni lavoratori ed esponenti M5s. «Vergognosa gestione della Regione»

19 Luglio 2025, 09:10

L’Usb continua l’azione di protesta sul modo in cui in Sicilia vengono attuati i cantieri lavoro. Ieri mattina il sindacato ha fatto un presidio, in piazza Stesicoro, con alcuni dei lavoratori che hanno lavorato in questi cantieri per 72 giorni, 42 ore a settimana, da lunedì a sabato, dalle 7 alle 14, per 38,93 euro al giorno. Una paga misera, eppure, pur avendo completato i lavori e l’esperienza di cantiere a giugno, finora hanno ricevuto soltanto il 10% di quanto dovuto. Un’esperienza pesante e frustrante.

I lavoratori raccontano di essere stati indirizzati dal centro per l’impiego a fare domanda per partecipare ai cantieri lavoro, di essersi iscritti e di avere partecipato ai due giorni di formazione sulla sicurezza. Poi hanno lavorato nei quattro cantieri dedicati a luoghi di culto: la chiesa Maria Ausiliatrice di San Giorgio, l’istituto delle salesiane al Borgo, la chiesa evangelica di viale Lainò e quella cattolica di Cibali. «Abbiamo scavato la pietra lavica con le pale, costruito le armature per colare il cemento, tagliato i ferri, fatto la gettata, usato il flex, i martelletti e piccole betoniere, lavori che non erano nelle nostre competenze e per i quali non eravamo stati formati e per i quali avremmo dovuto essere pagati ogni fine mese. Invece non ci hanno pagato e solo il 12 luglio scorso ci hanno fatto avere una quota del 10%. Alcuni di noi sono stati costretti a ritirarsi perché non avevano i soldi e i mezzi per arrivare al lavoro. E altri, pur di continuare, si sono dovuti rivolgere agli strozzini che si sono presentati anche nei cantieri a riscuotere somme e interessi».

Una situazione grave, gravissima, dovuta - spiega Dafne Anastasi, la responsabile provinciale Usb - al ritardo con cui la Regione Siciliana ha fatto i bandi, a fine dicembre, così che i cantieri lavoro dipendono da due tranche di finanziamento, una del 20% relativa al 2024, e una del 70% relativa al 2025. Il restante 10% è a saldo e va erogato dopo il collaudo dei lavori che ancora non è stato fatto. A causa di questi ritardi le somme, pur disponibili, non sono più erogabili. Il 10% versato ai lavoratori attiene ai fondi del 2025, mentre quelli del 2024 sono bloccati. Una situazione grave che si registra in varie zone della Sicilia. Ma c’è una buona notizia. Ieri mattina, prima della conferenza stampa con sit in, Dafne Anastasi è stata convocata dal responsabile del dipartimento lavoro della Regione che, in un tavolo formale all’ispettorato del lavoro, ha dato ampie garanzie che i fondi in questione saranno sbloccati a breve tramite procedure di riaccertamento dei residui passivi. «L’Usb vigilerà sul rispetto di questo impegno ed è pronta ai contenziosi. Queste procedure fatte per mitigare la povertà in realtà la creano. Pagare 38,93 euro al giorno per 40-42 ore di lavoro a settimana in un cantiere edile, che significa 5,57 euro l’ora, è una forma di sfruttamento istituzionalizzata. Non è tollerabile». Per questo alcune delle lavoratrici si dicono pronte a protestare davanti al centro per l’impiego che sta facendo nuove graduatorie per altri cantieri lavoro pur sapendo le condizioni.

Alla protesta hanno partecipato anche i 5S che sulla vicenda hanno già presentato un’interrogazione parlamentare. «Si elimina il reddito di cittadinanza come contrasto alla povertà - commenta Gianina Ciancio - e si utilizzano strumenti antichi, obsoleti e farraginosi come i cantieri lavoro che non garantiscono dignità e stabilità ai lavoratori e che sono caratterizzati da lungaggini burocratiche». E la deputata Lidia Adorno incalza: «Trovo vergognoso che un lavoratore edile venga sottopagato 5,50 euro l’ora. Sfruttano per lavori pubblici che, se appaltati, supererebbero di gran lunga le paghe dei privati. Vigileremo sui comportamenti della Regione e, nel caso di ulteriori ritardi, solleciteremo il governo regionale».