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L'amica di Marisa: «Angelo non accettava che lei fosse una donna libera, ma nessuno poteva immaginare questa follia»

Il ricordo di Roberta Urso, presidente della delegazione Sicilia dell’associazione Donne del Vino, che collaborava da tempo con la donna di 39 anni uccisa dall'ex

Redazione La Sicilia

07 Settembre 2023, 22:01

«Ci siamo sentite sino a ieri pomeriggio. Lavorava a un evento in programma il 7 ottobre a Mazara del Vallo. Era contenta, aveva tanto entusiasmo, tante idee, niente lasciava presagire una cosa del genere. Sono senza parole, sconvolta». A dirlo è Roberta Urso, presidente della delegazione Sicilia dell’associazione Donne del Vino, con cui Marisa Leo, la 39enne uccisa nelle campagne tra Marsala e Mazara del Vallo, nel Trapanese, dall’ex compagno che si è poi tolto la vita, collaborava da tempo. Nel 2019 aveva partecipato a una campagna contro la violenza di genere promossa proprio dall’associazione.

«Ieri abbiamo fatto una call per organizzare la nuova tappa di "DxD Calici di vita", un evento itinerante per supportare le donne vittime di violenza - spiega Urso -. Marisa era in prima linea, era stata lei ad avere l’idea e poi tutte insieme l’avevamo affinata. Come associazione volevamo tenere alta l’attenzione sul fenomeno e, occupandoci di vino, abbiamo pensato di farlo a modo nostro, organizzando dei pranzi insieme ad alcuni chef il cui incasso viene poi devoluto ad associazioni che si occupano di donne vittime di violenza».

Un fiume in piena

Dopo le tappe di Marsala, Palermo, Catania, Noto, Partinico adesso era il turno di Mazara del Vallo. E Marisa era a capo del progetto. «Ieri pomeriggio era felice, mi ha spiegato che aveva trovato la location, lo chef, era un fiume in piena», ricorda Urso.

Stamattina la notizia del suo omicidio. «Uno dei risvegli più brutti della mia vita. Mi chiedo ancora come sia potuto succedere».

Ieri Marisa era serena. Nessuna ombra sul suo viso. «Era tranquilla, sorridente come sempre. Abbiamo parlato delle ferie appena finite, della sua bimba che era la sua vita. No, non era preoccupata».

Amiche e colleghe

Dei problemi con il suo ex e della denuncia di stalking Roberta Urso era a conoscenza. «In Sicilia nell’associazione siamo in 86, un gruppo coeso, amiche oltre che colleghe». Marisa lei l’aveva conosciuta nel 2018. Allora con Angelo Reina, il suo assassino e il padre della figlia, erano fidanzati. "Marisa è rimasta incinta, ma loro due si sono lasciati poco dopo. Ha portato a termine la gravidanza da sola, così come da sola ha cresciuto la bambina. Non stavano insieme lei e Angelo».

Il padre della piccola, però, vedeva la bimba. «Marisa era una persona perbene, pensava che anche lui avesse diritto a una possibilità. Aveva riconosciuto la piccola e per il bene della figlia lei aveva acconsentito che passasse del tempo con la bambina. Ci diceva che con la piccola era affettuoso. Io l’ho visto solo una volta - aggiunge -. Lo scorso marzo, in occasione della Giornata internazionale delle Donne del vino celebrata a Menfi, Marisa è venuta con la bambina e con lui. Mi disse che stavano facendo un percorso psicologico per il bene della piccola. "Per questo siamo qui insiem", mi spiegò. Poi non l’ho mai più visto».

Violenza psicologica

Di violenze fisiche e maltrattamenti Marisa non aveva mai parlato. «Quella di Angelo era una violenza sottile, psicologica. Non accettava che lei fosse una persona libera e indipendente, una professionista affermata. Si sentiva controllata, ma lui non aveva mai fatto del male a Marisa o alla figlia. Nessuno avrebbe mai potuto pensare che potesse compiere un gesto simile, una follia del genere. Neppure Marisa. Oggi viviamo un’emergenza, le donne sono vittima di una brutalità inaudita, c'è un’involuzione nella società che va combattuta. Marisa sentiva particolarmente questo tema della violenza contro le donne. Diceva sempre: 'Dobbiamo fare qualcosa anche noì. Lei era luce e questa luce, come se fosse una fiaccola, dobbiamo tenerla sempre accesa. Adesso tocca a noi».