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Ultimo Atto, il capo del clan era un ergastolano "libero" dopo un indulto: pizzo imposto a tappeto

L'operazione dei carabinieri ha azzerato il gruppo criminale dei Toscano Tomasello Mazzaglia che operava a Biancavilla. Tredici in carcere

Redazione La Sicilia

13 Settembre 2023, 11:50

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Il reggente del clan Toscano Tomasello Mazzaglia di Biancavilla, articolazione territoriale della famiglia mafiosa dei Santapaola Ercolano era Giuseppe Mancari, 75 anni, detto “U pipi”, storico esponente dei clan che nonostante una condanna definitiva all’ergastolo per omicidio aveva ottenuto dopo la concessione dell’indulto e diverse riduzioni di pena, la liberazione anticipata e che dal 2009 era sottoposto alla libertà condizionale.

L’inchiesta condotta dai carabinieri della Compagnia di Paternò coordinati dalla Dda di Catania ha preso le mosse dal tentato omicidio di Davide Galati Massaro, avvenuto a Biancavilla nel settembre del 2018 quando Riccardo Pelleriti nella centrale Via dell’Uva cercò di ammazzarlo a colpi di Kalashnikov dopo una banalissima lite per un incidente stradale. E dall’indagine di quel folle gesto è stato scoperto il fiorente traffico di droga e il giro di estorsioni gestito dal clan che usava i soldi anche per mantenere le famiglie degli affiliati. Sono così state scoperte sei estorsioni ai danni di imprenditori del settore dell’edilizia, della ristorazione e del commercio. Soldi che erano utilizzati per mantenere le famiglie dei carcerati. Le richieste di denaro aumentava per le festività e per San Placido, il Patrono. Così il pizzo era imposto ai commercianti della fiera, ma anche l’imposizione della fornitura di pane e di carne a prezzi maggiorati. Pure i giostrai sono stati costretti a cedere 2 mila biglietti gratis per i figli dei detenuti.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati un Kalashnikov, quello utilizzato per il tentato omicidio di Davide Galati Massaro, ma anche cinque pistole, un chilo di marijuana e due società, la MM Logistic di Miriana Militello e la MN Trasporti operanti ad Adrano e Biancavilla e attive nel trasporto su strada. L’Agenzia come era chiamata dagli uomini del clan in teoria operava nell’intermediazione tra aziende agricole e trasportatori, ma in realtà consisteva nell’imposizione ai camionisti e titolari di magazzini e ditte di un adazio variabile per ogni bancale di frutta in viaggio verso il Nord.