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Le mazzette, i Rolex e l'arresto di Maurizio Croce, altra grana per Schifani che annuncia "provvedimenti"

Il commissario regionale contro il dissesto idrogeologico ai domiciliari. La politica si interroga

Redazione La Sicilia

14 Marzo 2024, 14:24

«Ho appreso dell’arresto dell’ex assessore Croce atterrando da Roma, ho la massima fiducia nei confronti della magistratura, incontrerò a breve il capo dell’Ufficio legale per adottare i provvedimenti opportuni che sono necessari in questi momenti. La struttura di dissesto è stata di estrema efficienza in questi anni, al di là di questo episodio. La magistratura è giusto che faccia il suo dovere, adotteremo tutti i provvedimenti per garantire la struttura e la continuità dei propri impegni».

Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Renato Schifani, commentando con i giornalisti l’arresto di Maurizio Croce. Nell’inchiesta della Guardia di finanza di Messina è finito agli arresti domiciliari l’attuale dirigente della struttura commissariale per il dissesto idrogeologico, candidato a sindaco di Messina nelle ultime elezioni, attualmente consigliere comunale di Messina.

L’inchiesta ha portato all’esecuzione di due misure ai domiciliari ed una misura interdittiva della capacità di contrarre con la Pubblica amministrazione. Sono indagati, a vario titolo, per una serie di fatti corruttivi relativi all’aggiudicazione e l’esecuzione di appalti, promossi dal Commissario di governo contro il dissesto idrogeologico per la Regione Sicilia. L'indagine ha preso il via da un controllo disposto dal Prefetto presso il cantiere dei lavori di "riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti - Bisconte e opere varie nel Comune di Messina».

La Cgil

«Se i fatti contestati nell’indagine che ha condotto all’arresto di Maurizio Croce e di altre due persone saranno confermati avremmo una ulteriore dimostrazione dell’esistere di intrecci tra politica e affari, di corruzione e arricchimenti illeciti in capo a finanziamenti pubblici e a gare di appalto. Il tutto a danno della Sicilia e dei siciliani» ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino.
«Mesi or sono la Cgil ha presentato alla Regione una proposta, apprezzata da più soggetti, di protocollo di intesa su legalità e appalti per una contrattazione di anticipo volta ad assicurare trasparenza e legalità nelle gare e nei successivi lavori - aggiunge - Ci chiediamo oggi perché non si sia andati avanti, consentendo ancora una volta incursioni su opere importanti per la Sicilia. Coinvolti nell’indagine sono personaggi che hanno svolto ruoli politici e amministrativi nella regione. Se gli illeciti saranno accertati, si aggiunge la gravità dei reati ipotizzati su interventi decisivi per il contrasto al dissesto idrogeologico e lo sviluppo della Sicilia. Così non abbiano dove andare - conclude - la politica ne prenda coscienza e adotti tutte le misure e i comportamenti necessari per fermare gli illeciti, a partire dalla nostra proposta di protocollo. La corruzione va stroncata, occorre una normativa più stringente sugli appalti ma anche un’azione politica della Regione che blocchi la corruzione e le possibili infiltrazioni mafiose ed eviti la possibilità di finanziamenti scaturiti da illecito durante le campagne elettorali».

La Vardera: perde la politica

«Le notizie che arrivano da Messina relativamente all’arresto del commissario per il dissesto idrogeologico lasciano sbigottiti. Una inchiesta che parla di Rolex, mazzette e contributi elettorali. Quello che restituisce l’inchiesta della Guardia di finanza è uno scenario inquietante» ha detto il vicepresidente della Commissione antimafia e corruzione all’Ars, Ismaele La Vardera, (Sud Chiama Nord).
«Siamo certamente garantisti - aggiunge - e attenderemo gli esiti processuali, però la politica deve fare una seria riflessione sulla deriva di uno degli uffici più importanti che contrasta il dissesto idrogeologico. L’ennesima dimostrazione che il governatore Schifani non sa scegliere la classe dirigente per i ruoli strategici. Quello che è accaduto stamattina con Maurizio Croce è la conseguenza di una scellerata politica clientelare che continuare a tenere la nostra Regione schiava di questi meccanismi».

Il presidente dell'Antimafia Cracolici

«Sono sbigottito, prendo atto dell’accusa che gli viene mossa e mi auguro che lui sia in grado di dimostrare il contrario. Non ho alcun elemento, in genere quando leggo gli atti faccio delle valutazioni. Certamente è un ulteriore colpo alla credibilità, il tema di fondo è che il sistema politico-istituzionale finisce per essere colpito». Così il presidente dell’Antimafia siciliana, Antonello Cracolici, commenta con i cronisti l’arresto di Maurizio Croce, commissario per il dissesto idrogeologico in Sicilia. «Se qui viene messo a rischio il sistema è un collassamento generale, non si salverà più nessuno - aggiunge - Mi auguro che questa vicenda possa essere risolta nel più breve tempo possibile perché tra l’altro la struttura per il dissesto idrogeologico è un settore strategico, dove c'è molta spesa, riguarda la tutela del territorio».