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Sea Watch, la furia notturna di Salvini: «Il pm affondi la nave o è atto politico»

Di Redazione |

ROMA – Lo sbarco dei migranti in diretta tv in prima serata, con «il ministro dei porti chiusi» in collegamento: è una sorta di «nemesi» televisiva quella che, in tarda serata, Matteo Salvini affronta mentre è ospite del programma «Non è L’Arena», su La7. Tutto ciò avviene al termine di una giornata tutta segnata dal caso Sea Watch, con il titolare del Viminale che, a cadenza quasi oraria, ribadisce come nessuno sbarco sarà autorizzato. Ecco perché, quando gli vengono mostrante le immagini dei primi trasbordi dei 47 migranti, Salvini, letteralmente, s’infuria. «Se qualche ministro ha dato l’autorizzazione a sbarcare gli immigrati, se qualcuno vuole aprire i porti e aiutare gli scafisti ne risponderà davanti agli italiani», sono le parole del leader della Lega.

In trasmissione seguono alcuni minuti di confusa attesa, nel corso dei quali non si capisce, di fatto, chi abbia dato l’autorizzazione allo sbarco. Sullo schermo scorrono le immagini dei gommoni della Capitaneria di porto che trasportano i migranti a Lampedusa e ciò potrebbe far pensare che l’autorizzazione arrivi dal Ministero dei Trasporti, che è quello competente per i porti e la Guardia costiera.  

«Qui o è stato il procuratore Patronaggio o Toninelli» sentenzia il ministro, che poi – tornato a casa – si collega su Facebook per una diretta social poco prima di mezzanotte in cui esterna ai suoi seguaci tutta la sua rabbia per quanto accaduto a Lampedusa e si scaglia contro il procuratore Patronaggio: «La Sea Watch non doveva sbarcare. Siamo uno Stato di diritto e non do nessuna autorizzazione. Se qualcuno ha autorizzato deve dare spiegazioni. E’ lei, dottor Patronaggio, ad avere autorizzato? Caro procuratore, le chiedo se è lei che si è assunto la responsabilità degli sbarchi».

Poi Salvini ricorda: «Da lei, Patronaggio, sono stato accusato di sequestro di persona. Non sono simpatico a questo signore». Ma dice di aspettarsi un nuovo passo dalla Procura agrigentina:  «Se nelle prossime ore ci saranno arresti per coloro che hanno infranto le leggi, ci sarà il sequestro definitivo di questa barca di vice scafisti e se ci sarà il loro arresto, è un conto. Se la nave sarà messa fuori uso, anche affondandola, bene. Altrimenti ho il dubbio che qualcuno abbia voluto compiere un atto politico: se qualche procuratore vuole sostituirsi al governo o al Parlamento si candidi».

E poi Matteo Salvini ribadisce di essere pronto a denunciare Patronaggio. «Se è stato un escamotage per far sbarcare i migranti, mi muoverei perché è favoreggiamento al traffico di esseri umani».

Sea Watch indagato il comandante

Intanto si è appreso che la Procura di Agrigento ha iscritto sul registro degli indagati, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il comandante della nave Sea Watch 3: Arturo Centore. Il provvedimento è stato notificato dalla Guardia di finanza nel momento del sequestro probatorio della nave della Ong. Centore, che ha nominato come difensori gli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, è il primo indagato dell’inchiesta che era stata aperta, in un primo momento, contro ignoti. 

Non appena appresa la notizia, Salvini smorza i toni contro la Procura agrigentina: «Questo dimostra che non è Matteo Salvini il cattivo con le Ong e conferma quello che sostengo da mesi, e cioè che favoriscono l’immigrazione clandestina e aiutano gli scafisti. E se c’è una Procura che lo conferma il mio lunedì è un bel lunedì».

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