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I gommoni militari di Tripoli e le minacce alla nave Mediterranea: «Go out of Libya!»

L'episodio è avvenuto in acque internazionali. Il video diffuso dalla ONG

Redazione La Sicilia

18 Agosto 2025, 17:06

«Dalle 5 di stamani la nostra nave è stata circondata da diversi gommoni veloci militari, che avevano a bordo ciascuno 5/6 uomini armati con pistole e fucili mitragliatori. Le imbarcazioni non hanno risposto a nessuna richiesta di identificarsi. A un certo punto, intorno alle 7.30, sono diventati ben otto i rhib disposti a cerchio intorno a Mediterranea e hanno cominciato pericolose manovre intorno alla prua della nave, mentre i miliziani a bordo, in divisa e molti con il volto coperto dal passamontagna, facevano gesti di minaccia all’indirizzo del nostro equipaggio».

A denunciarlo è Mediterranea Saving Humans, nel giorno in cui la nuova nave dell’organizzazione italiana del soccorso civile in mare ha iniziato la propria attività di pattugliamento e monitoraggio in acque internazionali a circa 30 miglia dalle coste della Libia. Secondo la ricostruzione dell’ong le unità navali libiche avrebbero poi iniziato a inviare «ossessivi messaggi radio con una sola frase: "Go out off Libya - Go out off Libya"». Messaggi davanti ai quali il comandante di Mediterranea ha ribadito via radio di trovarsi in acque internazionali.

Intorno alle 8.30, prosegue il racconto di Mediterranea, i gommoni militari libici hanno abbandonato la scena, facendo rotta verso il porto di Al Zawiyah, «nota base della cosiddetta guardia costiera libica e di diverse tra le più pericolose milizie». L’equipaggio ha scattato diverse foto in cui si «possono riconoscere i colori blu e rosso caratteristici della General Administration for Coastal Security (Gacs) già nota per innumerevoli violente operazioni di intercettazione e cattura in mare di persone in fuga dalla Libia».

«L'intimidazione nei confronti di navi di soccorso che sono in acque internazionali è una cosa odiosa, ma soprattutto illegale e penalmente rilevante - denunciano da Mediterranea -. Che l’intimidazione avvenga a opera di assetti militari, con personale armato a bordo e travisato da passamontagna in modo da non poter essere riconosciuto, dà l’idea su che tipo di intimidazione sia: mafiosa. Quello di cui siamo stati diretti testimoni e oggetto oggi è un atto di pirateria in acque internazionali finalizzato alla violazione della convenzione di Ginevra sui profughi e rifugiati e alla violazione della convenzione di Amburgo sul soccorso in mare».