Il caso
Messina, ex primario del Policlinico ai domiciliari: tra le accuse corruzione e truffa aggravata
Francesco Stagno D'Alcontres, titolare della Chirurgia plastica, ed ex deputato di Forza Italia, avrebbe ottenuto fino a 700mila euro per favori nel rinnovo di appalti. Provvedimenti anche per due sue collaboratrici
Arresti domiciliari per l’ex primario della Chirurgia plastica del Policlinico Universitario di Messina, Francesco Stagno d'Alcontres, e misure interdittive dall’esercizio della professione sanitaria per due sue collaboratrici.
Sono pesanti le accuse nei confronti di D'Alcontres, uno dei chirurghi plastici più stimati in città. L'ex primario era anche stato candidato alla guida dell'università nella stessa elezione in cui vinse Salvatore Cuzzocrea. D'Alcontres è stato anche deputato dal 1996 al 2012 per Forza Italia.
L’indagine, del dipartimento reati contro la pubblica amministrazione, condotta con intercettazioni e acquisizioni documentali, ha disvelato – tra maggio 2024 e gennaio 2025 – condotte di corruzione e truffa aggravata ascrivibili all’allora dirigente della Uoc di Chirurgia Plastica del Policlinico "G. Martino". Contestati i reati di concussione, corruzione, induzione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, in concorso con rappresentanti di aziende farmaceutiche del settore, fornitrici del Policlinico.

Il primario, abusando del ruolo e incidendo sui rinnovi degli appalti e sugli stanziamenti, avrebbe ottenuto dalle stesse aziende contributi economici ( sponsorizzazioni, iscrizioni, cene sociali) per un congresso da lui curato come responsabile scientifico, prospettando facilitazioni nei rinnovi o la cessazione dei rapporti. Dall’analisi contabile della società organizzatrice emerge un incasso complessivo di oltre 700.000 euro tra sponsorizzazioni, iscrizioni, pernotti e cene. All’ex primario è inoltre contestata la truffa aggravata per aver alterato i sistemi di rilevazione presenze e assentarsi per attività privata. Per la medesima ipotesi è stata denunciata una dirigente medica, sua collaboratrice, che avrebbe violato l’obbligo di esclusività svolgendo attività esterna; il primario avrebbe anche consentito a un’ostetrica di operare abusivamente come infermiera di sala operatoria in una clinica privata. Per il rischio di inquinamento probatorio il GIP ha disposto i domiciliari; per la dirigente medica e l’ostetrica, interdizione di 12 mesi. Eseguiti sequestri preventivi: 48.000 euro al primario e 9.700 euro alla dirigente.