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Piazza Armerina, i furbetti del cartellino andavano al mercato anziché al lavoro

Di Redazione |

Assenteismo al Comune di Piazza Armerina. Sono 18 – tra dipendenti e personale inquadrato all’interno dei cantieri di servizio – i destinatari di provvedimenti cautelari eseguiti dalla guardia di finanza di Enna, coordinata dalla locale Procura: sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di truffa aggravata, peculato e irregolare attestazione delle prestazioni lavorative.

Nell’operazione “Torno subito” sono complessivamente 69 gli indagati. Le indagini, durate diversi mesi, hanno messo in luce “un sistematico e diffuso meccanismo” in virtù del quale “un elevato numero di dipendenti del Comune di Piazza Armerina, pur risultando in servizio, anche attraverso colleghi compiacenti che provvedevano, per loro conto, ad effettuare la registrazione in modo artificioso ed illegale, in realtà si allontanava dal luogo di lavoro per finalità private e senza un adeguato titolo giustificativo”. 

Tra questi, 13 sono stati destinatari della misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici per 6 mesi e altri 5 dell’obbligo di firma quotidiano nelle fasi immediatamente antecedenti all’avvio e alla conclusione della giornata lavorativa. Le indagini, concludono le fiamme gialle, hanno consentito “di far emergere un collaudato meccanismo volto a frodare l’accertamento dell’effettiva presenza in servizio dei lavoratori dell’Ente Locale: in un caso, addirittura, è stato verificato che la presenza in servizio di una dipendente del Comune veniva reiteratamente attestata grazie al concorso di un privato che provvedeva a registrare, per conto della dipendente, la presenza in servizio di quest’ultima utilizzando il suo badge personale”. 

Condotte che sono state in particolar modo registrate dai finanzieri il giovedì, in occasione del mercato settimanale cittadino, quando “molti dipendenti si allontanavano dal luogo di lavoro per effettuare incombenze personali, senza tuttavia provvedere a registrare le assenze dal lavoro”. Specifiche ipotesi di reato riguardano, invece, i dipendenti in servizio presso l’U.T.C. che “senza alcuna ragione d’istituto, utilizzavano le autovetture del Comune per scopi privati arrecando, in tal senso, un ulteriore danno economico all’Ente locale”, evidenziano gli inquirenti, che hanno sviluppato le indagini attraverso l’installazione di alcune telecamere presso le varie sedi comunali e – successivamente – tramite accertamenti su ordini di servizio e sulle registrazione delle presenze, oltre che su specifici pedinamenti. Segnalate alla Procura 69 persone, di cui 54 dipendenti comunali su 164 in forza all’Ente e 14 impiegati nei cantieri di servizio che “a vario titolo e con profili di responsabilità di eterogenea entità, sono venuti meno ai propri obblighi d’ufficio”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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