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Catania, il centro massaggi cinese che offriva “servizi” erotici

Di Redazione |

Il centro massaggi era in realtà un luogo dove si esercitava la prostituzione e dove i servizi offerti erano di tutt’altro genere. La Squadra Movile di Catania, su delega della Procura etnea e su ordine del Gip del Tribunale ha arrestato un cittadino cinese di 40 anni, Yashun Lin, al culmine di una inchiesta sullo sfruttamento della prostituzione di donne di cittadinanza cinese e sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di alcune donne di nazionalità cinese.

Le indagini hanno permesso di acclarare che alcuni cittadini cinesi, residenti da alcuni anni a Catania, hanno organizzato un giro di prostituzione di donne straniere che era articolato con modalità diverse al fine di accontentare clientele diverse.

Da un lato si è accertato che in alcuni “centri massaggi” siti nel centro storico del capoluogo etneo, ma anche in provincia e in altre città, ad esempio a Enna e Palermo, venivano offerte e effettuate prestazioni sessuali da donne orientali, a volte denominate “Tantra” o Touch me”, facendosi scudo delle autorizzazioni ottenute per effettuare prestazioni estetiche o massaggi.

L’organizzazione, però, in modo molto flessibile, offriva anche prestazioni rese contemporaneamente da più ragazze e assicurava anche la possibilità di un servizio a domicilio.

La medesima organizzazione, poi, offriva anche prestazioni sessuali effettuate da alcune donne, a volte in appartamenti fatiscenti con materassi posti direttamente a terra ed a volte in abitazioni più accoglienti, sorvegliate da videocamere.

Yashun Lin era chiamato dagli italiani Andrea o Luca, e dalle ragazze con il soprannome di Boss. L’attività era organizzata nei minimi particolari e con molta cura: da un lato la stessa veniva pubblicizzata anche su internet ed i centri massaggi ed i numeri telefonici delle donne che si prostituivano comparivano tra i primi nelle ricerche del motore Google, accompagnate da patinate foto di donne orientali in atteggiamenti provocanti ed allusivi;

dall’altra il Boss organizzava il calendario degli appuntamenti delle varie ragazze, occupandosene personalmente (lo stesso utilizzava uno strumento elettronico per camuffare la propria voce e per farla apparire femminile) o delegando tale compito a delle ragazze che lo aiutavano; lo stesso, poi, ritirava le somme di denaro guadagnate dalle varie ragazze che si prostituivano e si interessava di pagare gli affitti ad alcune persone che in parte sono già state iscritte nel registro degli indagati, mentre per altre è in corso la valutazione della loro responsabilità; ancora lo stesso Boss – spingendosi addirittura a offrire dei suggerimenti tecnici su come trattare con i clienti – si occupava, di effettuare la spesa alimentare delle donne che sfruttava e naturalmente curava la loro sicurezza, servendosi anche di sofisticate telecamere.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA