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Io apro, i ristoratori catanesi che sfidano i decreti: «Abbiamo il diritto di lavorare»

Di Redazione |

In via Garibaldi ci sono i palloncini neri sulle sedie. Nei pressi di piazza Duomo, invece, la saracinesca resta alzata. Poco distante, in piazza Addamo, si accendono le luci e si puliscono i tavoli. La protesta nazionale “Io Apro” viene raccolta anche a Catania con centinaia di ristoratori che esprimono così il loro dissenso verso le scelte di Governo.

«Il negozio è pieno di ragnatele e ormai siamo stanchi-dice Piera Giuffrida, proprietaria di “Cascia Lab”- lottiamo per il nostro diritto al lavoro e questo è inconcepibile. Dopo le proteste di Roma bisogna proseguire nel resto d’Italia. Qui siamo tutte donne e tra di noi c’è chi ha un mutuo, un affitto, dei debiti e le bollette da pagare. Come si può andare avanti così?»

Dopo i presidi di piazza, la protesta di migliaia di imprenditori si sposta all’interno delle loro sale. «Protestiamo perché da tredici mesi siamo rimasti chiusi- sottolinea Sandra Di Bella, proprietaria dell’Osteria “Il Bell’Antonio”-. Il Governo dovrebbe chiedere scusa a tutti gli imprenditori che, a causa di queste politiche scellerate, sono stati costretti a chiudere definitivamente la propria attività. Ormai siamo ridotti alla fame ed i ristori che arrivano non bastano nemmeno a coprire le spese. Vogliamo dare un segnale ben preciso – prosegue Di Bella – perché siamo arrivati ad un punto di non ritorno».

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