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Naufragio Nuova Iside, le manovre per manomettere le prove

Di Redazione |

Nell’ambito del naufragio del peschereccio Nuova Iside, costato la vita a tre marinai, sono stati arrestati il comandante della nave Vulcanello Gioacchino Costaiola, e il terzo ufficiale Giuseppe Caratozzolo. Ai domiciliari è finito l’armatore Raffaele Bruno. Rispondono a vario titolo di naufragio, favoreggiamento e frode processuale.

«Nel nostro cuore sentivamo che quella notte era successo qualcosa di strano e tremendo. I nostri congiunti erano esperti uomini di mare e non si sarebbero mai messi in pericolo. Quanto successo in queste ore ci dà la conferma di quello che già sapevamo. Adesso confidiamo nel lavoro della magistratura perché noi vogliamo piena giustizia. I nostri cari non terneranno più ma chi ha sbagliato è giusto che paghi».

E’ quanto affermano Rosalba Cracchiolo, madre di Vito Lo Iacono e moglie di Matteo Lo Iacono (Vito era il comandante della nuova Iside, suo padre Matteo lavorava nel peschereccio) e Cristina Alaimo, moglie di Giuseppe Lo Iacono (cugino di Vito) commentando gli sviluppi dell’inchiesta sull’incidente che avrebbe provocato il naufragio dela NUova Iside nelle acque di San Vito Lo Capo la notte del 12 maggio scorso e la morte dei loro 3 congiunti. «Abbiamo apprezzato il lavoro svolto dalla procura di Palermo per fare emergere la verità e le responsabilità per la tragedia accaduta nelle acqua di San Vito – aggiungono Cracchiolo e Alaimo – Non smetteremo mai di batterci per affermare la verità. Abbiamo dovuto lottare per contrastare le prime ricostruzioni fornite. Abbiamo dovuto organizzare manifestazioni per mantenere alta l’attenzione su quanto accaduto. Ricordiamo ancora che il caso si stava chiudendo come una tragedia provocata dalle condizioni meteo avverse. E invece noi sapevamo che le cose erano andare diversamente. Per questo ci siamo rivolte subito all’avvocato Aldo Ruffino per essere assistite in questa lunga battaglia». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA