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Sparatoria allo Zen, in azione un gruppo paramilitare per terrorizzare le vittime

Di Redazione |

PALERMO “Un’azione così violenta e dimostrativa, incurante di quello che poteva succedere non si era mai registrata. In quel quartiere abbiamo avuto fatti anche più cruenti ma le azioni non avevano mai avuto questo impatto devastante”. Lo ha detto il capo della Squadra mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti, durante la conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli dell’operazione che ha portato al fermo di quattro persone per la sparatoria di martedì scorso nel quartiere Zen 2 di Palermo, dove sono rimasti feriti Giuseppe Colombo e i figli Antonino e Fabrizio. Per quell’episodio subito dopo l’agguato erano stati fermati i fratelli Letterio e Pietro Maranzano.

Per Ruperti quello messo in piedi dai fratelli Maranzano era “un gruppo paramilitare”. Un gruppo che “si organizza per uccidere i Colombo e rischia in pieno giorno di creare danno anche a persone che transitavano in pieno giorno serviva a dimostrare la forza militare di Maranzano e degli odierni arrestati. Si sono presentati con più macchine e motori e, dopo una prima dimostrazione di forza – ricostruisce Ruperti – hanno iniziato a sparare all’’impazzata”.

Parlando del blitz che nella notte ha portato in carcere Giovanni Cefali, 62 anni, Nicolò Cefali, 24 anni, Vincenzo Maranzano, 49 anni, e Attanasio Fava, 37 anni.  Ruperti ha detto che “è una stata vera e propria operazione antimafia, abbiamo colpito il sottobosco che alimenta la famiglia mafiosa dello Zen. I Maranzano sono soggetti ben conosciuti, soggetti emergenti forti in quel territorio e quell’episodio doveva essere una dimostrazione di forza nei confronti del quartiere ma anche delle forze dell’ordine”. 

“Speravano in una completa omertà da parte delle vittime bersaglio dei loro colpi, che abbiamo registrato – ha aggiunto Ruperti – E’ stata un’azione di forza organizzata per terrorizzare le vittime”. Le indagini degli uomini della Squadra mobile condotte in stretto raccordo con la Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno consentito di chiudere in breve tempo il cerchio sul commando. “Il clima allo Zen resta abbastanza ostile, restiamo in allerta. Ci sono altre persone che abbiamo indicato come partecipanti alla sparatoria”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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