Il Conclave, il voto, le fumate: come funziona l'elezione del nuovo Papa
L’arrivo a Roma dei cardinali elettori, la messa nella basilica di San Pietro prima dell’ingresso nella cappella Sistina e l’extra omnes che dà ufficialmente il via alle elezioni. Il conclave, la cui etimologia è ovviamente latina - da cum clave cioè (chiuso) a chiave - è il rito che da secoli accompagna la 'nascità dei nuovi Papi, dalle votazioni sotto lo sguardo degli affreschi di Michelangelo fino all’iconica fumata bianca che precede il tradizionale habemus papam.
Prima dell’avvio ufficiale del conclave, i cardinali elettori raggiungono Roma dove trovano sistemazione a casa Santa Marta, lo stesso edificio nel quale aveva deciso di vivere Bergoglio rinunciando all’appartamento papale. Il giorno dell’assemblea raggiungono la basilica di San Pietro per la messa in vista dell’elezione, presieduta dal cardinale decano, in questo caso Giovanni Battista Re. Subito dopo indossano l’abito corale e si avviano in processione verso la cappella Sistina, allestita per accogliere i cardinali con i banchi per elezioni e scrutini e la stufa dove saranno bruciati poi appunti e schede delle votazioni. Il numero massimo di cardinali elettori è stabilito in 120 anche se al momento gli aventi diritto al voto sono 135 e non è escluso, come avvenuto in passato, che possano essere concesse deroghe alla norma. Per tutti è fatto divieto di utilizzare qualsiasi dispositivo o mettersi in contatto con l'esterno.
Solo al termine si procede alla vestizione nella cosiddetta stanza delle lacrime nella sagrestia della cappella Sistina. Toccherà poi al cardinale protodiacono dare l’annuncio dell’elezione dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, dalla quale successivamente si affaccerà il nuovo Papa per la benedizione Urbi et Orbi.