Confiscato un peschereccio ad un narcotrafficante calabrese affiliato alla ndrangheta
Il provvedimento eseguito dalla Guardia di Finanza
I Finanzieri dei Comandi Provinciali di Firenze e Reggio Calabria, insieme al personale dello S.C.I.C.O., coordinati dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria - Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito un provvedimento di confisca di secondo grado emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione della Corte d’Appello di Reggio Calabria.
La misura prevede la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per 4 anni e la confisca di beni per un valore stimato di circa 200 mila euro a carico di un narcotrafficante e usuraio calabrese legato alla cosca ‘Ndrangheta dei Bellocco di Rosarno.
Patrimonio sottoposto a confisca
Il patrimonio confiscato, già oggetto di un primo sequestro deciso a settembre 2024, comprendeva un’imbarcazione da pesca di circa 16 metri, tre autoveicoli, un fabbricato e disponibilità finanziarie. La disposizione conferma la sproporzione evidente tra i beni posseduti e la capacità reddituale dichiarata dal soggetto.
Indagini e condanne per traffico e usura
La figura del destinatario della misura, definita come “proposto”, è emersa nelle operazioni antimafia denominate “Magma” (Reggio Calabria, 2019), “Erba di Grace” e “Buenaventura” (Firenze).
Nell’operazione “Magma” è stato condannato per traffico internazionale di stupefacenti a seguito di 45 arresti.
Con “Erba di Grace” ha ricevuto una pena di 4 anni per traffico di droga, in secondo grado.
Nell’ambito di “Buenaventura” è stato condannato a 8 anni per manovre estorsive aggravate dal metodo mafioso, finalizzate al recupero di un credito usuraio con tassi annui oltre il 66% a un imprenditore senese nel settore tessile.
Sinergia antimafia e ricostruzione patrimoniale
La Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, in collaborazione con quella di Firenze, ha incaricato i Nuclei di Polizia Economico Finanziaria - G.I.C.O. di svolgere indagini economico-patrimoniali, finalizzate all’applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti del “proposto”.
La Corte d’Appello di Reggio Calabria, dopo aver esaminato l’impugnazione presentata dal soggetto e da terzi coinvolti, ha rigettato gli appelli confermando la confisca e la ricostruzione patrimoniale operata dalla Guardia di Finanza.