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Coronavirus, il racconto di un italiano a Wuhan: «Siamo chiusi in un hotel»

Di Redazione |

Tornare a casa. Questo è il desiderio più grande e più forte di Michael Talignani, modenese, che si trova a Wuhan per un’azienda importante nel settore della ceramica, città da dove è partito il coronavirus che ha provocato oltre 200 morti e migliaia di infettati.

«Si vive una sensazione di impotenza, come “vorrei fare qualcosa ma non posso” – racconta al telefono all’Adnkronos Talignani – e la viviamo sia noi qui che i familiari in Italia. Non vedo l’ora di arrivare in Italia: il sospiro di sollievo lo farò quando le ruote dell’aereo toccheranno il suolo italiano. Certo non potrò subito riabbracciare i miei cari ma va bene, sarò comunque più tranquillo».

«So che saremo alloggiati in un’area militare, alla Cecchignola mi pare, – prosegue Talignani – e che dovremo restare per almeno 15 giorni. E dopo potrò raggiungere mia moglie e i miei due figli a Modena».

«E’ dal 22 gennaio scorso che siamo chiusi in hotel – continua – non possiamo uscire e la situazione è pesante: la preoccupazione del contagio, il pensiero dei familiari in Italia, sono sposato e ho due figli, e poi non poter uscire, dover rimanere sempre confinati in hotel è veramente difficile. La tensione sale, soprattutto quando non sai se riuscirai a tornare a casa. Ieri abbiamo saputo che un aereo militare ci verrà a prendere e che lunedì saremo in Italia: finalmente».

Talignani descrive poi la situazione in città: «Nessuno direbbe mai che qui ci vivono 11 milioni di abitanti – dice Talignani – per la città non c’è nessuno, è tutto chiuso… negozi, ristoranti, uffici: tutte le saracinesche sono abbassate, porte sprangate. In giro ci sono solo mezzi di soccorso, ambulanze e polizia che controlla che non avvengano atti di sciacallaggio. Ma la popolazione è molto, molto disciplinata e non ve ne sono stati».

«Contraccolpo per l’economia? Sicuramente per la città, ma anche per il Paese – dice ancora Talignani – diverse aziende europee e hanno sede proprio qui a Wuhan e sono ferme, la Cina esporta tantissimo: l’impatto economico sarà pesante».

«Tornare qui? Non credo. Per un lungo periodo starò alla larga dalla Cina – conclude Talignani -. Non so se e quando passerà la paura. Forse tra qualche tempo, quando ripensandoci ci riderò su… per il momento voglio solo tornare a casa».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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