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Messina: il capodoglio ucciso dalle reti, il giovane biologo e il sogno di un museo per l’amico che non c’è più

Di Redazione |

MESSINA – E’ stata lanciata oggi una campagna di raccolta fondi per il capodoglio Siso, un giovane maschio di 10 metri che nell’estate del 2017 è morto dopo essere rimasto impigliato in una rete illegale a largo delle Isole Eolie, che ora – grazie al giovane biologo Carmelo Isgrò – potrebbe diventare il simbolo della battaglia contro le reti da pesca fuorilegge e le plastiche in mare.

L’idea è di ricostruire lo scheletro del Capodoglio Siso all’interno del suggestivo “Bastione di Santa Maria” dell’antico Castello di Milazzo. Esporlo sospeso in aria con dei cavi, riposizionando la rete illegale che l’ha ucciso e la plastica che è stata trovata nella sua pancia. L’obiettivo è sensibilizzare la gente affinché la tragedia del capodoglio Siso, possa condurre ad un momento di riflessione e crescita per tutti, adulti e bambini.

La carcassa di Siso fu trasportata dalle correnti fino alle coste di Capo Milazzo, dove il biologo Carmelo Isgrò, sotto l’egida del Museo della Fauna dell’Università degli Studi di Messina, ha scarnificato circa 10 tonnellate di carne, completamente immerso nell’acqua putrida in cui era semisommerso il capodoglio, con la finalità di recuperare le ossa. Durante questa operazione, ha estratto dalla pancia del cetaceo molta plastica, tra cui un vaso da giardinaggio nero e diverse buste ingerite in vita dall’animale.

Proprio il giorno dopo il recupero, a causa di un grave incidente stradale con lo scooter, Francesco, uno degli amici che avevano aiutato il biologo nelle operazioni è tragicamente morto. Quest’ultimo ha deciso così, in onore all’amico , di battezzare il Capodoglio con il soprannome con cui veniva chiamato affettuosamente Francesco dai suoi amici, ovvero “Siso”.

Oggi, dopo un lungo processo di pulizia e trattamento lo scheletro del Capodoglio è finalmente pronto per essere montato ed esposto al pubblico. «Non permettiamo che la sua morte rimanga vana, che cada nell’oblio. Tutti devono sapere quello che è successo, soprattutto le nuove generazioni, affinché morti del genere non si ripetano più… ricostruiamo lo scheletro e doniamogli una seconda vita esponendolo in un museo!» è l’appello lanciato dalla pagine Facebook Siso Project che ha lanciato la campagna crowdfunding a questo link: https://buonacausa.org/cause/sisoproject

I fondi raccolti verranno utilizzati per acquistare: i materiali necessari per ricostruire lo scheletro del capodoglio (struttura in acciaio, cavi, collanti etc); le luci che illumineranno adeguatamente lo scheletro e la sala;  ’allestimento di una moderna sala espositiva con pannelli esplicativi e supporti interattivi (monitor touch screen, proiettori etc);  l’allestimento di una sala conferenze che verrà realizzato con materiale riciclato, un impianto di filodiffusione che riprodurrà il canto delle balene e l’amplificazione della sala conferenze. 

Il nome dei donatori , insieme a tutti quelli che contribuiranno, verrà mostrato permanentemente all’interno del museo e sul sito internet. Ogni sostenitore avrà inoltre la possibilità di usufruire di una “visita guidata” all’interno del museo. Divulgazione scientifica, educazione ambientale e protezione del mare sono i pilastri alla base del progetto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA