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Pasticciere ucciso, il tentativo di fuga dell'immigrato omicida in un video

L'uomo, un 37enne dello Zimbabwe, ha accoltellato a morte Santo Re, un giovane pasticcere che lavorava da "Quaranta" in piazza Mancini Battaglia dove è stato colpito

Redazione La Sicilia

31 Maggio 2025, 11:54

L'omicida di piazza Mancini Battaglia nel momento della tentata fuga

L'omicida di piazza Mancini Battaglia nel momento della tentata fuga

Il 37enne originario dello Zimbabwe che nel pomeriggio di ieri ha ucciso a coltellate Santo Re, 30 anni, in piazza Mancini Battaglia, a Catania, aveva tentato di fuggire per le vie del borgo catanese ma è stato bloccato e arrestato poco dopo dalla Polizia. Un video, fornito proprio dalle Forze dell'Ordine, lo riprende mentre tenta di allontanarsi dal luogo del delitto.

Alle 15 di ieri era giunta presso la sala operativa della Questura di Catania la segnalazione relativa alla presenza di un giovane accoltellato riverso a terra in una pozza di sangue all’interno della pasticceria Quaranta, dove la vittima lavorava.

Immediatamente sono state inviate le volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico che sono giunte sul posto nel giro di pochissimi minuti. All’arrivo dei poliziotti, i dipendenti del bar e numerosi avventori hanno riferito loro che l’autore del reato era un uomo extracomunitario, aggiungendo che si trattava di un parcheggiatore abusivo che spesso opera in quella zona, del quale fornivano dettagliate descrizioni.

I poliziotti hanno subito capito di chi si trattava in quanto l’uomo era stato da loro più volte sanzionato proprio perché fermato mentre esercitava l’attività di parcheggiatore abusivo e, in due occasioni, era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.

Effettuata una perlustrazione nelle immediate vicinanze della scena del crimine gli agenti delle Volanti hanno notato l’odierno indagato in viale Alcide de Gasperi incrocio con via del Rotolo, mentre si allontanava correndo, e, pertanto, hanno proceduto al suo controllo. L’uomo aveva i vestiti e le mani sporche di sangue. A quel punto i poliziotti lo hanno fermato, contenuto e perquisito e condotto presso gli uffici della Questura. Durante le fasi dell’arresto e successivamente presso la Squadra Volanti, il 37enne ha proferito frasi disconnesse e senza senso, pronunciando il nome della vittima farneticando.

Nel frattempo, sulla scena del crimine è intervenuta la Polizia Scientifica per effettuare i rilievi tecnici e personale della Squadra Mobile. Un carabiniere, libero dal servizio, che aveva notato le ultime fasi dell’aggressione, ha rinvenuto e consegnato ai poliziotti l’arma del delitto, un coltello da cucina di grosse dimensioni, sporco di sangue.

Contestualmente la sala operativa della Polizia di Stato ha iniziato l’analisi delle immagini di videosorveglianza del sistema pubblico che ha permesso di ricostruire le fasi dell’omicidio. In particolar modo, la vittima, terminata la giornata lavorativa, si è avviata verso la macchina parcheggiata nella discesa che conduce al porticciolo di Ognina. Non appena il giovane è arrivato a metà della rampa, l’arrestato, soggetto a lui conosciuto in quanto spesso presente in quel luogo ove esercitava abusivamente l’attività di parcheggiatore, gli si è parato davanti. Dopo qualche secondo, il 37enne ha sferrato alcuni fendenti in direzione del giovane che ha provato invano a difendersi indietreggiando. La vittima, nonostante le gravissime ferite, è fuggita in direzione del bar dove lavorava per chiedere aiuto, mentre il presunto assassino è fuggito in direzione di via Messina. Proprio davanti al bar sostava in quei minuti un’ambulanza, che ha soccorso il ragazzo, accompagnandolo al vicino ospedale “Cannizzaro” dove poco dopo è morto nonostante tutti i tentativi messi in atto dai medici per salvarlo.

Al contempo, presso gli Uffici della Questura è stata sentita una coppia di giovani che si trovavano presso il porticciolo e che avevano assistito alla scena del presunto assassino che sferrava fendenti alla vittima.

Anche altri dipendenti del bar sono stati ascoltati in ospedale, dove si sono precipitati per avere notizie del loro collega, dai poliziotti del Commissariato Borgo Ognina. I colleghi di lavoro hanno riferito che la vittima conosceva bene l’indagato, al quale spesso tutti loro offrivano da mangiare.

Il Pubblico Ministero, informato tempestivamente di quanto accaduto, ha raggiunto i poliziotti presso gli uffici della Squadra Volanti per ascoltare le persone informate sui fatti, disponendo che il medico legale effettuasse mirati accertamenti sul presunto autore del reato e sul cadavere del giovane. Al termine dell’attività d’indagine connessa al primo intervento, i poliziotti della Squadra Volante hanno proceduto all’arresto in flagranza del presunto autore del reato per l’omicidio del giovane.

Il Pubblico Ministero ha disposto che l’indagato venisse condotto in carcere in attesa dell’udienza di convalida davanti al Giudice per le Indagini Preliminari che si terrà nei prossimi giorni.